Il legionario che scelse di morire martire anziché diventare Pontifex

7 Febbraio: il Santo del Giorno è Teodoro di Amasea, giovane legionario perseguitato per essere di fede cristiana. E’ patrono di Brindisi.

Un soldato di Dio

Non si sa molto sulle origini di Teodoro. Sappiamo soltanto che faceva parte dell’esercito romano a cavallo tra il III e il IV secolo dopo Cristo.
Quando imperversarono le persecuzioni ai danni dei cristiani e tutti i cittadini romani furono costretti per editto imperiale a sacrificare libagioni in onore degli dei pagani, Teodoro si rifiutò.
Nonostante le accorate suppliche dei suoi compagni d’arme e la benevolenza del suo comandante, egli affermò orgogliosamente davanti al tribunale di essere cristiano: fu messo in prigione. Sopravvissuto agli stenti della vita carceraria godette ancora una volta della benevolenza e della stima dei suoi superiori: fu liberato per un breve periodo di tempo, nella speranza che si ravvedesse e giungesse a più miti consigli.
Ben lontano dal cedere alle minacce dei pagani, durante il suo periodo di libertà Teodoro continuò instancabilmente a predicare e addirittura arrivò a dare alle fiamme il tempio di Amasea dedicato a Cibele, gran madre di tutti gli dei pagani.
Tornato in prigione, arrivò orgogliosamente a disdegnare anche il pane e l’acqua che costituivano il suo povero vitto. Sopravvissuto anche alla fame, fu condotto di nuovo di fronte ai giudici e gli fu addirittura offerta la carica di pontifex degli dei di Roma se avesse abiurato la propria fede. Teodoro rispose in maniera sdegnosa e irriverente a queste lusinghe e, per il suo atteggiamento subì la tortura: gli fu strappata la carne del torace fino a mettere le costole a nudo, quindi fu arso vivo.
Secondo quanto si tramanda Teodoro non sentì alcun dolore durante il martirio, e spirò serenamente senza sentire le fiamme che gli bruciavano la carne. Il suo corpo fu seppellito da alcuni cristiani nei pressi di Euchaita. Era il 7 Febbraio 306.

7 Febbraio: il Santo del Giorno è Teodoro da Amasea

Le gesta e il culto di questo martire si diffusero con il tempo in tutto l’Impero Romano e l’esarca Narcete lo introdusse a Venezia, dove fu molto venerato e eletto a patrono (fino al XIII secolo, quando fu sostituito da San Marco).
Quando Federico II sposò la Regina di Gerusalemme Jolanda di Brienne a Brindisi, le reliquie vennero condotte da Euchaita alla Puglia, dove attualmente ancora riposano nella cattedrale di Brindisi. Altre sue reliquie sono sepolte nella chiesa di San Salvador a Venezia.

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ultimo aggiornamento: 22 Giugno 2021 9:03


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