Riciclare i vestiti vecchi ed usurati è una scelta ecologica, nonché un modo intelligente per risparmiare. Puoi guadagnarci un po’ di soldi: ecco come.
Ogni stagione porta con sé la stessa domanda: cosa fare dei vestiti vecchi che non indossiamo più? Molti finiscono dimenticati in fondo ad un armadio, altri vengono gettati via senza pensarci troppo. Con un po’ di fantasia e qualche buona abitudine, è possibile dare nuova vita ai propri abiti e, allo stesso tempo, rimpolpare un po’ il portafoglio. Scopriamo, dunque, come fare, evitando sprechi.
Dalla riparazione alla rivendita: il valore del riuso
La prima regola è semplice: non tutto ciò che appare rovinato è da buttare. Una cucitura saltata, un bottone mancante ed una tinta sbiadita, infatti, possono essere facilmente sistemati con pochi euro.
Chi ha un minimo di manualità può cimentarsi nel restyling dei capi, trasformando una camicia fuori moda in una blusa più attuale o un vecchio jeans in una pratica borsa da usare tutti i giorni.
Anche per chi non ama il fai-da-te, le alternative non mancano. Le piattaforme di vendita dell’usato (Vinted, Subito, etc) e i negozi vintage rappresentano canali per monetizzare su ciò che non serve più. Basta scattare foto curate e un po’ di pazienza per ottenere un piccolo guadagno extra. Molti, adottando queste abitudini, riescono a risparmiare anche fino a 100 euro al mese.
Riciclo creativo dei vecchi vestiti e responsabilità ambientale
Non tutto, però, può essere rivenduto. Alcuni capi, troppo usurati o fuori uso, trovano una seconda vita grazie al riciclo creativo.
Un maglione infeltrito, ad esempio, può diventare una copertina per animali domestici, una t-shirt può trasformarsi in panno per la casa e le vecchie lenzuola possono diventare borse riutilizzabili.
Se, invece, i tessuti sono ormai inutilizzabili, si può procedere al conferimento in centri di raccolta certificati, in modo da non impattare, negativamente, sull’ambiente con rifiuti tessili, attraverso la rigenerazione delle fibre.
