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Se tremi davanti al 13, forse è triscaidecafobia: cos’è e come si manifesta

amiche leggono un messaggio e sono scioccate

Avete mai sentito parlare della triscaidecafobia? Scommettiamo che, almeno una volta nella vita, vi è capitato di averla: ecco cos’è.

Tra le varie fobie ce n’è una assai particolare, più comune di quanto si possa pensare: la triscaidecafobia. Il motivo, soprattutto in Italia, è legato alla scaramanzia, a quella sensazione di cattivo presagio che si verifica soltanto in determinate circostanze: scopriamo cos’è e come si manifesta.

Triscaidecafobia: cos’è e come si manifesta

Dal greco treiskaídeka (τρεισκαίδεκα), che si traduce con tredici, e phóbos, che significa paura, triscaidecafobia indica il terrore irrazionale e incontrollato del numero 13. Questo termine è stato usato per la prima volta nel 1910, quando lo psichiatra e neurologo americano Isador Henry Coriat lo nominò nel suo libro Abnormal Psychology.

Tra le tante fobie, la triscaidecafobia ha un valore culturale non indifferente, specialmente per noi italiani. Da tempo immemore, infatti, il numero 13 ha un’accezione negativa, di cattivo presagio. I motivi sono diversi, legati alla religione, ai miti e alla numerologia. Da un punto di vista cristiano, pensiamo all’Ultima Cena di Gesù: i partecipanti erano 12 (numero perfetto) e Giuda fu il 13esimo commensale.

Invece, secondo la leggenda nordica che racconta il banchetto di 12 dei nel Valhalla, Loki, il dio ingannatore, si presentò come tredicesimo ospite, causando la morte di Baldr. Superstizione a parte, molte persone provano una paura incontrollata nei confronti del 13 e avvertono diversi sintomi appena questo numero, in un modo o nell’altro, compare nella loro vita.

La triscaidecafobia si manifesta allo stesso modo delle altre fobie: dall’ansia alla tachicardia, passando per sudorazione eccessiva, sensazione di spaesamento, vertigini, nausea e veri a propri attacchi di panico.

Elementi numerici in legno

Come si cura la triscaidecafobia?

Ovviamente, la triscaidecafobia è preoccupante soltanto nel momento in cui limita le normali attività quotidiane. Ci sono persone, ad esempio, che evitano tutto ciò che ha a che fare con il 13: un posto assegnato, il giorno (specialmente se collegato al martedì o al venerdì), oggetti che in un modo o nell’altro contengono il numero e via dicendo.

Quando diventa invalidante è bene rivolgersi a uno psicoterapeuta. Secondo gli esperti, un percorso cognitivo-comportamentale può aiutare a “scomporre” la fobia, temendola sempre meno fino ad arrivare, nella maggior parte dei casi, a non vederla più così terrificante.

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ultimo aggiornamento: 26 Settembre 2025 10:07

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