Piattini d’Avanguardia, creatori di tazze con frasi irriverenti, sono finiti nell’occhio del ciclone per un prodotto pensato per la Festa della Mamma.

Piattini d’Avanguardia è la pagina social di due artigiani baresi che hanno raggiunto la popolarità con le loro tazze e le frasi ironiche impresse su di esse. I due sono finiti nell’occhio del ciclone però a causa della tazza realizzata in occasione della festa della mamma e su cui hanno scritto: “Un po’ la Franzoni la capisco”. La frase si riferisce ovviamente al tragico delitto di Cogne e che ha visto come unica colpevole Anna Maria Franzoni, la quale ha assassinato il figlio Samuele di appena 3 anni.

La tazza sulla Franzoni per la Festa della mamma: la polemica

Sui social si è scatenata una vera e propria bufera contro Piattini d’Avanguardia, la pagina social fondata da due artigiani baresi che in queste ore hanno mostrato la tazza da loro pensata per la Festa della Mamma. “Veramente oscena. Non si può assolutamente scherzare su una tragedia. Un bambino è morto e voi ci fate una tazza?”, ha scritto qualcuno tra gli utenti sui social, mentre altri hanno aggiunto: “È terribile! Ma la cosa ancora più terribile è non redersi conto della gravità e rimanere della propria opinione.”

I due proprietari della pagina social hanno replicato affermando: “Qui nessuno sta scherzando su una tragedia, tanto meno sta facendo ironia. Si tratta di una riflessione, punto (…) Avere una crisi d’ira nei confronti di un figlio è lecito così come tante mamme si sono trovate nella situazione di aver pensato “io lo uccido”. Noi “un po’” la Franzoni la capiamo ma non giustifichiamo quello che ha fatto. Qui nessuno vuole incitare nessuno a uccidere esseri umani. Amen”. La vicenda avrà ulteriori sviluppi? Per il momento in molti, tra gli utenti in rete, hanno deciso di abbandonare la pagina creata dai due.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 11 Maggio 2023 17:57


Grave lutto, muore la campionessa mondiale: “Aveva 32 anni, siamo devastati”

Alberto Stasi esce ogni giorno dal carcere: il permesso accordato dai giudici