Una pillola anticoncezionale aumenta il rischio di tumore al cervello: scatta l’allarme

Una pillola anticoncezionale aumenta il rischio di tumore al cervello: scatta l’allarme

La pillola anticoncezionale aumenta il rischio di sviluppare un tumore al cervello: ecco qual è il principio a cui fare attenzione.

Secondo un recente studio francese, una pillola anticoncezionale che sfrutta un determinato principio attivo aumenta il rischio di tumore al cervello. Il pericolo maggiore è da ricollegare soprattutto a situazioni in cui l’assunzione è prolungata per anni e anni.

Pillola anticoncezionale e tumore al cervello: lo studio

Un gruppo di studiosi francesi guidati dall’Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari ha scoperto che una pillola anticoncezionale aumenta il rischio di tumore al cervello. La ricerca, coordinata dalla professoressa Noémie Roland, ha coinvolto i medici del Dipartimento di Ginecologia Medica dell’ospedale di Bicêtre dell’Università Paris Saclay, il Dipartimento di Neurochirurgia dell’ospedale Universitario Lariboisière dell’Università Paris-Cité e l’Università Versailles St-Quentin-en-Yvelines.

Gli studiosi hanno analizzato statisticamente i dati di 90.000 donne inseriti nel database del sistema di dati sanitari nazionali francese. Tra queste, 8.391 pazienti sono state sottoposte a un intervento chirurgico per rimuovere un meningioma nel periodo 2020-2023. I loro dati sono stati poi confrontati con quelli di altre 80.000 donne con lo stesso anno di nascita e la medesima residenza ma senza malattia oncologica.

L’analisi ha consentito di scoprire che le donne che assumono per un periodo prolungato la pillola anticoncezionale con principio attivo desogestrel rischiano maggiormente di sviluppare un tumore al cervello.

Esaminate tre tipi di pillola anticoncezionale

Lo studio francese ha preso in esame tre tipi di pillola anticoncezionale: desogestrel (+3,4%), levonorgestrel (+0,2%) e levonorgestrel in abbinamento a estrogeni (+1,9%). Ad aumentare il rischio di tumore al cervello è soprattutto il primo principio attivo, ma è bene sottolineare che si parla di un meningioma intracranico che nella maggior parte dei casi è benigno a sviluppo molto lento. Inoltre, l’incidenza è bassa e legata a un uso duraturo. Infine, non bisogna dimenticare che dalla ricerca, effettuata per associazione, non è emerso alcun rapporto di causa-effetto.

Pertanto, i risultati dell’indagine devono essere letti con le dovute cautele, senza creare inutili allarmismi. Anche perché, il rischio di sviluppare il tumore al cervello sparisce dopo un anno dall’interruzione del farmaco.