La Procura ha richiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati per la morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia morta sul posto di lavoro.

La Procura di Prato ha chiesto il processo per i tre indagati nell’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio, l’operaia di soli 22 anni morta il 3 maggio scorso, nell’azienda tessile in cui lavorava, a Montemurlo di Prato.

La povera Luana D’Orazio è stata stritolata da un orditoio in fabbrica, che sarebbe stato manomesso e montato in modo non conforme.

Gli indagati sono Luana Coppini, titolare della ditta, il marito Daniele Faggi che l’accusa considera titolare di fatto dell’azienda e Mario Cusimano, il tecnico manutentore esterno della ditta. Sono accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche, fattispecie contestata per le modifiche tecniche apportate ai sistemi di sicurezza di cui il macchinario, un orditoio da campionatura, è dotato.

Secondo il consulente tecnico della procura, l’ingegnere Carlo Gini, l’incidente sarebbe avvenuto mentre il macchinario a cui stava lavorando Luana stava funzionando ad alta velocità. Le saracinesche di protezione dovevano rimanere abbassate ma al momento dell’incidente non lo erano.

La mamma di Luana, Emma, dopo la tragedia ha dichiarato: “Non ci sono parole, come si può morire così nel 2021. Se l’azienda avesse preso tutte le precauzioni mia figlia sarebbe ancora qui, devono prendere coscienza. Non lasceremo che questa tragedia rimanga impunita”

Secondo la difesa degli indagati, l’infortunio che ha portato alla morte della giovane sarebbe invece avvenuto in un’altra fase della lavorazione dell’orditoio. Per questo i legali hanno anche chiesto un nuovo incidente probatorio, che però il giudice per le indagini preliminari di Prato non ha concesso.

A questo punto, in vista dell’udienza preliminare, i difensori dei tre indagati potrebbero effettuare valutazioni per accedere a riti alternativi a quello del processo ordinario.

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ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2021 18:23


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