Il maestro Giovanni Allevi ha raccontato alcune particolarità e parallelismi tra la sua vita e quella del compianto Pontefice Bergoglio.
Ad inizio mese aveva parlato in modo molto onesto della sua malattia, un mieloma, svelando quale sia ancora oggi la sua speranza. Adesso, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, Giovanni Allevi ha avuto modo di sottolineare alcuni pensieri su Papa Francesco e quel filo che in qualche modo lo collegherebbe a lui.
Giovanni Allevi e il “paragone” con Papa Francesco
Intervistato dal Corriere della Sera, Giovanni Allevi ha parlato del compianto Papa. Il maestro ha fatto una sorta di paragone con Bergoglio spiegando che “nella sua storia rivedo umilmente la mia“. Un parallelismo che l’artista ha tenuto a spiegare: “Francesco ha avuto il coraggio di rinnovare l’istituzione Chiesa riportandola vicino alla gente”.
E ancora: “Non solo attraverso il suo sorprendente pensiero teologico, ma anche col sorriso sincero, il tono della voce, la postura vulnerabile. Il suo pontificato ha sovvertito le gerarchie provocando sicuramente forti opposizioni interne, eppure le persone lo hanno amato da subito. Forse, nei confronti della musica classica, nella mia storia, riconosco le stesse dinamiche“.
Il rimpianto su Bergoglio
Durante il dialogo con il Corriere, Allevi ha raccontato dell’incontro avuto tempo fa quando ancora lui era molto giovane e, anche per questo, quel faccia a faccia nasconde anche un rimpianto. “Ricordo la stretta forte delle mani, il senso di familiarità, il suo sorriso limpido. Ho solo un rimpianto: avrei voluto abbracciarlo e non l’ho fatto. Ero giovane, non avevo capito che certe volte è bene seguire il cuore fino in fondo”.
Adesso che Bergoglio non c’è più, il pianista ha spiegato cosa gli dedicherebbe in termini di musica: “Gli dedicherei una composizione inedita: l’Adagio dal concerto MM22 per violoncello e orchestra che ho composto in ospedale. Sono sicuro che da lassù Francesco ne accoglierebbe le note con il suo amatissimo sorriso”.
