“First reaction…shock”: le frasi più iconiche e discusse di Matteo Renzi

“First reaction…shock”: le frasi più iconiche e discusse di Matteo Renzi

Vi presentiamo una raccolta delle frasi più iconiche e discusse di Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio.

O lo odi o lo ami: stiamo parlando di Matteo Renzi. Un tempo considerato il sindaco più apprezzato d’Italia, dopo l’incarico di Presidente del Consiglio il sentiment della popolazione è cambiato molto, ma in negativo. Ripercorriamo la sua carriera con alcune delle sue frasi più iconiche e discusse.

Frasi iconiche di Matteo Renzi

Classe 1975, Matteo Renzi si è avvicinato alla politica durante gli anni del liceo, diventando nel 1999 segretario provinciale del Partito Popolare Italiano. Da quel momento non si è più fermato, arrivando a rivestire cariche importanti: da sindaco di Firenze a presidente del Consiglio italiano, passando per senatore della Repubblica italiana. Oggi è il fondatore del partito Italia Viva, ma il sentiment nei suoi confronti non è più quello di un tempo. Alcune scelte scellerate, così come pensieri e frasi fuori luogo lo hanno portato, come si suol dire, dalle stelle alle stalle.

Ripercorriamo la carriera di Matteo Renzi con alcune delle sue citazioni più famose:

  • Un leader è chi, leggendo i sondaggi, prova a cambiarli, non a contestarli.
  • Grillo si scaglia contro la tv. Ma è la tv che lo ha creato, plasmato, costruito, lanciato, arricchito. Finge di sputare nel piatto dove ha sempre mangiato.
  • Mio nonno mi ha insegnato a non aver paura, mio nonno mi ha insegnato a stare dalla parte dei più deboli, mio nonno mi ha insegnato che bisogna studiare perché la scuola è importante, mi ha insegnato il valore del lavoro, mi ha insegnato che bisogna dare tempo alla famiglia, ma mi ha insegnato anche che cresciamo in una comunità e a questa dobbiamo portare il nostro contributo, mio nonno mi ha insegnato a fare la zuppa col pane e il vino, a guidare il trattore, a bluffare a carte.
  • L’Italia ha sconfitto il terrorismo interno negli anni ’70 e ’80 e sicuramente ha la forza per combattere il terrorismo anche in questa fase. Questo è il momento della determinazione, ma anche della saggezza e del buon senso.
  • Una cattiva gestione della figura dell’insegnante ne ha svilito il ruolo. Se io prendevo una nota o un brutto voto, i miei si arrabbiavano con me. Oggi, se il figlio prende una nota, ci si arrabbia con la prof che non ha capito. È inaccettabile. Tornare a restituire importanza sociale, dignità, prestigio alla figura dell’insegnante è la prima grande riforma del mondo scolastico.
  • Le donne e gli uomini del nostro tempo hanno bisogno di emozioni, di una storia alla quale credere, soprattutto se il finale è da scrivere insieme.
  • Se riesci a vincere il nemico e sconfiggerlo, non hai più un motivo per stare insieme.
  • First reaction…shock!
Matteo Renzi

Le frasi più discusse di Matteo Renzi

Sposato dal 1999 con Agnese Landini, Matteo Renzi ha tre figli: Francesco (2001), Emanuele (2003) ed Ester (2008). La sua carriera in politica l’ha portato a essere continuamente esposto e, ovviamente, anche la moglie è finita e finisce spesso nel mirino. Fortunatamente, i figli sono stati ‘graziati’ da questa sovraesposizione mediatica. Di seguito, un’altra selezione di frasi discusse pronunciate nel tempo dal fondatore di Italia Viva:

  • Dopo il governo Berlusconi anche un governo guidato dal pulcino pio sarebbe in grado di fare meglio.
  • E’ l’ennesimo segno di arroganza di una generazione che ha buttato al vento la propria occasione di cambiare le cose e si riserva comunque di darci buoni consigli, dopo averci dato cattivi esempi.
  • Davanti alla crisi e ai cambiamenti della nostra società, chi si attrezza per tempo continua a vincere.
  • E’ antipolitico chi non rispetta le gerarchie dei valori.
  • Dire che una generazione di politici ha fallito non significa esprimere un giudizio morale su di loro: significa più banalmente esprimere un giudizio oggettivo. Sono stati per molti lustri in Parlamento. Magari sono più bravi, più preparati, più professionali, più simpatici di noi. Ma vanno giudicati per ciò che hanno fatto.
  • Il mio partito non ha paura degli altri, è curioso. Il mio partito abbatte i muri, non alza i ponti. Il mio partito accoglie, non respinge gli elettori. Il mio partito si fa giudicare dai cittadini con il voto, non li giudica con moralismo supponente. Il mio partito usa la digitale, non il rullino. Il mio partito non è schizofrenico per cui un giorno vuole arrestare Berlusconi e il giorno dopo lo farebbe presidente della Convenzione costituente.
  • Io preferisco ammirare che invidiare. Preferisco collaborare che sabotare. Preferisco lavorare che rosicare.
  • Voglio cambiare l’Italia, non cambiare il governo.
  • Attenzione. Decidere non significa non ascoltare nessuno. Al contrario: è importante ascoltare tutti. Ma poi bisogna agire. Altrimenti la discussione politica diventa il bar dello sport: tutti dicono la loro, ma alla fine non cambia nulla.
  • Noi, parlo della mia generazione, siamo a un bivio. Dobbiamo scegliere se fare i polli di batteria o avere il coraggio di usare un linguaggio diverso.
  • Firenze è stata la città dei guelfi e dei ghibellini. Ma poi i guelfi, tanto per star tranquilli, si divisero pure in bianchi e neri. Io sono un fiorentino vero, non uno che fa il salto della quaglia come Lamberto Dini. Voglio curare Firenze come si merita e non sono in vendita.
  • Evitiamo di seminare il panico e di avere una comunicazione istituzionale che assomiglia più a un reality che a una grande pandemia.
  • Con leggerezza e sobrietà il giornale del mio partito mi ha bollato con l’epiteto del «fascistoide».

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