Chi è Rudy Guede, condannato per l’omicidio di Meredith Kercher

Chi è Rudy Guede, condannato per l’omicidio di Meredith Kercher

Rudy Guede implicato nel caso Meredith Kercher, e poi condannato per il suo omicidio, ha attirato un’enorme attenzione mediatica. Ecco chi è.

Il nome di Rudy Guede è divenuto noto per una drammatica vicenda di cronaca: il cittadino ivoriano è stata l’unica persona condannata in via definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher, un caso che ha continuato a suscitare dibattiti ed interrogativi irrisolti. Dopo aver scontato la pena, ha cercato di reintegrarsi, ma le accuse di maltrattamenti del 2023 hanno riportato l’attenzione sul suo passato.

Rudy Guede: biografia e carriera

Nato il 26 dicembre 1986, sotto il segno del Capricorno, ad Abidjan, in Costa d’Avorio, Rudy Guede – il cui nome all’anagrafe è Rudy Hermann Guede – si è trasferito in Italia all’età di cinque anni con suo padre, stabilendosi nella provincia di Perugia. Cresciuto principalmente da una famiglia adottiva italiana dopo che il padre tornò in Costa d’Avorio, durante l’adolescenza si è appassionato al basket, mostrando talento in questo sport. Si sa inoltre che ha frequentato scuole locali, e prima del caso Kercher, era noto a Perugia come un giovane che frequentava ambienti studenteschi.

Non aveva un lavoro stabile e viveva in modo itinerante, mantenendo contatti con studenti universitari, tra cui Meredith Kercher ed Amanda Knox, coinquilina della vittima. Nel suo passato anche dei piccoli reati, come il possesso di un computer rubato, per il quale fu successivamente ha scontato una condanna ad un anno e 4 mesi.

Il delitto di Meredith Kercher

La drammatica vicenda che ha scosso non solo l’Italia si è consumata la sera del 1° novembre 2007, quando Meredith Kercher, studentessa britannica di 21 anni in Erasmus a Perugia, fu trovata morta con la gola tagliata nella sua camera da letto, in un appartamento condiviso con altre studentesse, tra cui Amanda Knox. La sua morte causata dall’emorragia provocata dalla profonda ferita al collo, inferta con un’arma da taglio, ha fatto poi scoprire altri dettagli, tra cui segni di violenza sessuale.

Guede finì in arresto il 20 novembre 2007, fermato in Germania, dove era fuggito dopo il delitto, grazie all’identificazione delle sue impronte digitali e del suo DNA sulla scena del crimine, inclusi indumenti della vittima.

L’ivoriano ha sempre ammesso la sua presenza nell’appartamento quella sera, sostenendo di aver avuto un incontro consensuale con Meredith, negando però di averla uccisa. Secondo la sua versione, dopo essere andato in bagno, avrebbe trovato la studentessa britannica ferita ed avrebbe tentato di soccorrerla, per poi scappare per paura. Questa versione non ha convinto i giudici, e durante il processo, Guede scelse il rito abbreviato.

La sentenza emessa alla fine del procedimento giudiziario a suo carico lo ha visto condannato nel 2008 per concorso in omicidio e violenza sessuale. Inizialmente condannato a 30 anni, ha avuto in seguito una riduzione della pena a 16 anni in appello, grazie alla riduzione automatica prevista dal rito abbreviato.

La sentenza definitiva della Corte di Cassazione, con verdetto il 16 dicembre 2010, confermò la condanna per omicidio in concorso con ignoti, lasciando aperta la questione di eventuali complici, dato che Amanda Knox e Raffaele Sollecito ottennero l’assoluzione definitivamente nel 2015.

Rudy Guede ha scontato circa 13 anni di carcere, principalmente nel carcere di Viterbo. Durante la detenzione, si è diplomato e ha conseguito una laurea in sociologia, mostrando un percorso rieducativo considerato esemplare dai giudici. Nel 2019 ha ottenuto la semilibertà, lavorando presso il Centro Studi Criminologici di Viterbo e svolgendo volontariato per la Caritas. Rilasciato anticipatamente il 23 novembre 2021 per buona condotta, ha beneficiato di uno sconto di pena di 45 giorni.

La sua vita dopo il carcere: lavoro e nuovi problemi giudiziari

Dopo la scarcerazione, Guede ha continuato a vivere a Viterbo, lavorando part-time come bibliotecario presso il Centro Studi Criminologici e come cameriere in un ristorante la sera. Nel corso delle sue dichiarazioni raccolte dalla stampa, ha espresso il desiderio di condurre una vita riservata, lontano dai riflettori.

Nel 2022, ha pubblicato un libro autobiografico, intitolato “Il beneficio del dubbio – La mia storia” (AUGH! Edizioni), scritto con il giornalista Pierluigi Vito, in cui racconta la sua versione dei fatti e ribadisce la sua innocenza. Nel libro, descrive il suo rimorso per non aver fatto di più per salvare Meredith e la sua fuga come un errore dettato dal panico.

Ma in seguito ha avuto dei nuovi problemi giudiziari. Nel dicembre 2023, è emersa la denuncia a carico di Guede, accusato di: maltrattamenti, lesioni personali e violenza nei confronti della sua ex compagna, una ragazza di 23 anni. Come misura di sicurezza ha dovuto rispettare il divieto di avvicinamento a 500 metri dalla vittima ed indossare un braccialetto elettronico, sebbene si siano chiesti gli arresti domiciliari. Questo episodio ha riacceso le critiche, Raffaele Sollecito ha commentato l’episodio, sostenendo che Guede “non sembra cambiato”.

Curiosità su Rudy Guede

– Guede ha sempre sostenuto di non essere l’assassino di Meredith, pur ammettendo la sua presenza sulla scena del crimine. In un’intervista al Corriere della Sera nel 2022, ha dichiarato: “Non ho ucciso Meredith. La paura ha preso il sopravvento e sono scappato come un vigliacco lasciando Mez forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi”. Inoltre, ha scritto una lettera alla famiglia Kercher, senza ricevere risposta.

– La sua condanna per “concorso in omicidio con ignoti” ha alimentato dibattiti, poiché implica la possibile presenza di complici mai identificati. Alcuni, come la criminologa Roberta Bruzzone, ritengono che Guede non abbia agito da solo, ma non sono emerse prove definitive contro altri.

– La sua presenza social è discreta, ha un profilo Facebook, ma il suo utilizzo è sporadico e non pubblico. Nel 2024, ha utilizzato questa piattaforma per lamentarsi di essere vittima di una “caccia mediatica” in relazione alle accuse di violenza sessuale, e maltrattamenti mosse dalla sua ex compagna, sostenendo di essere punito per il suo passato. Invece su Instagram documenta la sua passione per le arti marziali, di cui è un grande cultore, dedicandosi in particolare alla disciplina kai muay thai. Inoltre su questo social condivide pensieri legati alla sua fede nel Boddhisatva, e l’amore per i gatti.

– Guede ha due tatuaggi: un’ala con un sole (simbolo di libertà) e la scritta buddista “Bodhisattva”, che rappresenta il suo percorso di redenzione.