Ecco cosa c’è da sapere su Dominique Mamberti: cardinale ed arcivescovo cattolico francese, diventato protodiacono nell’ottobre 2024.
Dominique Mamberti in qualità di cardinale protodiacono, dopo la morte di Papa Francesco è il responsabile dell’annuncio dell’elezione del nuovo Papa. Approfondiamo la sua conoscenza ed il suo ruolo nella Curia romana.
Chi è Dominique Mamberti: biografia e formazione
Dominique François Joseph Mamberti è nato il 7 marzo 1952, sotto il segno dei Pesci a Marrakech, Marocco, da una famiglia di origine corsa. È nato a Marrakech, dove suo padre, in qualità di funzionario della difesa francese, lavorava. Figlio unico, è cresciuto a Vico, in Corsica, e successivamente, negli anni ’60, si è trasferito con la famiglia a Belfort, in Francia. Qui ha frequentato la parrocchia di Nostra Signora degli Angeli, ricevendo la confermazione nel 1965.
Dopo aver studiato legge presso le Università di Strasburgo e Parigi, laureandosi in diritto civile e canonico, ha frequentato il Pontificio Seminario Francese a Roma, la Pontificia Università Gregoriana per il diritto canonico e la Pontificia Accademia Ecclesiastica per la formazione diplomatica.
Carriera ecclesiastica e diplomatica
Ordinato sacerdote il 20 settembre 1981, per la diocesi di Ajaccio dal vescovo Jean-Charles Thomas, si è dedicato per diversi anni al servizio diplomatico. Infatti, nel 1986 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, lavorando presso le nunziature apostoliche in: Algeria (1986-1990), Cile (1990-1993), Libano (1997-1998), e presso la Missione Permanente della Santa Sede all’ONU a New York (1993-1997).
A partire dal 1998 ha prestato servizio nella Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Nel maggio 2002 ha ricevuto la nomina di arcivescovo titolare di Sagona, nunzio apostolico in Sudan e delegato apostolico in Somalia. Riceve la consacrazione episcopale il 3 luglio 2002 dal cardinale Angelo Sodano.
Mentre nel 2004 è diventato nunzio apostolico in Eritrea, per poi assumere l’incarico di Segretario per i Rapporti con gli Stati (dal 15 settembre 2006 al 2014). Da esperto di America Latina, Africa, Medio Oriente, Islam e Nazioni Unite, Mamberti ha svolto ruoli chiave in missioni diplomatiche.
Nel 2007 ha organizzato la storica visita del presidente sudanese Omar el-Bashir a papa Benedetto XVI, aprendo una nuova fase nei rapporti cattolico-musulmani. In visita a Cuba, ha incontrato nel 2010 Raúl Castro, rafforzando i rapporti tra Vaticano-Cuba. Nel 2011, all’ONU, ha promosso delle scelte alquanto coraggiose per la Terra Santa.
I ruoli curiali assunti da Dominique Mamberti
L’8 novembre 2014, Papa Francesco ha nominato Dominique Mamberti prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il massimo organo giudiziario della Chiesa, e presidente della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano.
Il 14 febbraio 2015 è creato cardinale dallo stesso pontefice, con la diaconia di Santo Spirito in Sassia. Dal 28 ottobre 2024, in seguito alla morte del cardinale Renato Raffaele Martino, è diventato cardinale protodiacono – ruolo assegnato al cardinale diacono più anziano per nomina – con il compito di annunciare l’“Habemus Papam”.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, quali: il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2007); Commendatore della Legione d’Onore (Francia, 2009); Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella di Romania.
Curiosità su Dominique Mamberti
– Mamberti è noto per la sua discrezione e competenza diplomatica, legate alla buona conoscenza di: francese, italiano, inglese e spagnolo.
– La sua nomina a protodiacono è avvenuta in parte per “default”, poiché il cardinale Martino, ultraottantenne, non poteva partecipare ad un conclave.
– Dominique Mamberti, in qualità di cardinale protodiacono, dopo la morte di Papa Francesco – avvenuta il 21 aprile 2025 – ha il compito cruciale di annunciare l’elezione del nuovo Papa dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro con la formula “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam”, seguita dal nome del cardinale eletto e dal nome pontificale scelto. Inoltre, durante la messa di inaugurazione del pontificato, a lui spetta un gesto rituale: imporre il pallio al nuovo Papa. Questo ruolo è simbolico ma di grande rilevanza, poiché rappresenta il momento in cui il mondo conosce il nuovo pontefice. Anche nel 2013 un francese, il cardinale Jean-Louis Tauran, pronunciò l’“Habemus Papam” per Papa Francesco.