Amanda Lear è una donna con le idee chiare che ora, dopo non aver avuto successo in Italia, lavora all’estero dove ha ottenuto grandi risultati

Amanda Lear, in un’intervista ad Arianna Finos per “la Repubblica” e ripresa da Dagospia, ha parlato della sua sessualità che in tutti questi anni è sempre stata  circondata da un’aurea di mistero, degli show del sabato sera, di un topless di Barbara D’Urso mentre lei cantava, del mondo del cinema italiano in cui non è riuscita ad avere successo e della sua idea ben chiara di carriera.

Ora però sta girando molti film all’estero e svela:

“Cosimo mi ha affidato il ruolo di nonna esuberante e ottimista che se ne frega di tutto e si mette nei guai. Negli ultimi sette anni ho girato film in Germania, Francia, Spagna. Solo in Italia sono ancora nella gabbia: televisione, cantante disco, stop. Ho avuto la fortuna di frequentare Antonioni, Bertolucci. Con Mauro Bolognini girammo lo spot del “Nano ghiacciato”. Fu il primo a dirmi “sei una star, devi fare il cinema”. E invece qui mi chiamano solo per fare l’ospite o l’opinionista in tv. Grazie, no. Ho le idee chiare sulla carriera”

Quando le viene chiesto se le ha sempre avute, Amanda fa riferimento alla madre e racconta:

“Mia madre non ha avuto una bella vita. Era religiosa, rassegnata al suo destino. Io no. Se dall’altra parte della strada vedo gente che si diverte l’attraverso”.

Amanda ha vissuto negli anni Sessanta a Londra, una città dove il divertimento non è mai mancato:

“Altroché. Ho vissuto il mondo creativo e giovane dei Rolling Stones, dei Beatles. Ogni giorno un’idea e tutti che si frequentavano. Dalí andava a cena con Picasso. Oggi si immagini se Koons va a cena con Botero… Io ero la modella di Mary Quant, mi portò in America per presentare la sua minigonna. Ogni mattina in una tv diversa. Austin, Baton Rouge, Little Rock, ci siamo fatte insultare dappertutto: “Che schifo, vergognati”. Ma era divertente. Io non ho fatto carriera per la bellezza. Tutti questi artisti, Bowie e Dalí, in me vedevano una donna aperta, divertente, estrosa. Oggi sono chiacchierona, allora stavo zitta, guardavo e imparavo. Dalí e Warhol erano le star, io nell’ombra, a scuola di fama. In pubblico Dalí smetteva di essere il gentiluomo che conoscevo per recitare il suo personaggio”.

Riguardo al suo modo di recitare Amanda Lear svela

“In tv faccio l’ironica, l’imbecille, sbaglio l’italiano. Faccio quello che vuole la gente. Certo nessuno si interessa alle mie angosce”.

Di sicuro i momenti difficili ci sono stati anche per lei:

“Tutto è stato difficile, sempre. Quando sette anni fa mi buttai nel teatro tutti ridevano: alla prima prova di lettura mi presentai con l’intero copione a memoria. Sono una professionista”.

La figura di Amanda è sempre stata circondato da un’aura di mistero:

“Mah, sul mio sito c’è scritto tutto. La verità è che mi interessava fare carriera. Tutto era buono per farmi notare. Ero provocatoria come oggi Miley Cyrus, Rihanna, Beyoncé, le considero le mie figlie. La più brava, anche se veste da cani, è Lady Gaga. Oggi per me una cantante è voce e microfono. Mina, la Vanoni. Ho appena fatto un disco. Let me entertain you. Dopo 18 album e 27 milioni di copie vendute di robaccia, mi sembra di essere una cantante per la prima volta. Ho inciso dal vivo, con l’orchestra. Finora avevo conosciuto solo sintetizzatori”.

Fu David Bowie che la spinse nel mondo della musica:

“Credeva in me. Mi mandò due anni a studiare canto dalla cattivissima Florence, mi dava certi colpi sullo stomaco… Mi misero sotto contratto. Ma lui aveva iniziato a prendere tanta droga. Mi sono stufata, sono andata a Monaco. I tedeschi mi hanno rivoluto con la voce roca da notte insonne e sigarette. La disco music non mi piaceva, volevo fare il rock. A Roma mi cantavano appresso “Voulez-vous…” un tormentone. Madonna come la odio quella canzone. È orrenda”.

Dopo la musica è arrivata la tv di Berlusconi:

“Berlusconi mi chiamò per gli show del sabato sera. Erano i tempi di Fantastico, c’era la novità di Stryx. Ricordo un brano in cui canto e dietro a me, a seno nudo, Barbara D’Urso. In Mediaset mi affiancarono ad Andrea Giordana, litigavamo perché non ci stavo a fare la soubrette oca e lo riempivo di ironia. Lui si offendeva, al pubblico femminile piacevo”.

Il cinema italiano non ha saputo apprezzarla:

“Dalí fingeva di aiutarmi, in realtà mi sabotava. Mi spedì a Roma da Fellini, girava a Cinecittà La città delle donne. Federico mi vede e mi dice: “Ma tu sei una modella, io cerco una donna straripante, culona”. Diceva che ero troppo magra e mi portava con la Masina al ristorante, ordinava piattoni di pasta: “Mangia, mangia””.

Riguardo possibili rimpianti l’attrice Amanda Lear risponde:

“Nessuno. Nella vita ho fatto dischi orrendi e sbagliato molto. Ma rifarei tutto”.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 29 Luglio 2016 10:41


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