In Europa, le calciatrici regolarmente tesserate sono circa 1.200.000, di cui 2200 professioniste. In Italia, i numeri sono più bassi. 22.000 ragazze tesserate, ma tutte inquadrate come dilettanti.

Il recente europeo femminile, trasmesso da Eurosport, ha risvegliato l’interesse su un movimento che fatica anche soltanto ad entrare nella galassia degli investimenti, a livello monetario e di immagine, del suo equivalente (ma solo sulla carta) maschile. Non dappertutto, fortunatamente, la situazione è così poco rosea. Nei paesi scandinavi, in Giappone e negli USA, le nazionali femminili godono di un certo seguito; quest’anno, le prestazioni del Lione in Champions League sono state seguite in media da oltre 10.000 spettatori, poco più dei circa 9000 spettatori per l’Athletic Bilbao e 8000 per il PSG. La finale di Champions League dello scorso anno, svoltasi al Mapei Stadium, ha visto la presenza di quasi 20.000 persone. Numeri senza dubbio incoraggianti.

Calcio femminile

Il dislivello economico tra il calcio maschile e quello femminile

Dietro la speranza, tuttavia, ci sono i fatti bruti e brutali. In Italia, il calcio è rimasto praticamente l’unico sport a non avere una struttura importante a livello femminile. La FIGC, recependo i programma di sviluppo del calcio femminile della UEFA (2013), ha dato vita ad una serie di iniziative per mettere mano al problema, tra cui l’obbligo per le società professionistiche maschili di A e B di tesserare almeno 20 ragazze under-12. Un’operazione a lungo termine di cui aspettiamo a valutare i frutti.

Intanto, però, ci sono le cifre. La Federazione italiana stanzia 3 mln per il calcio femminile, uno in meno rispetto alla federazione olandese. Più generose le briciole concesse da Francia e Inghilterra, con 10 e 20 mln di finanziamenti. Siamo anni luce di distanza rispetto alle cifre che vediamo girare nel calcio maschile, anche soltanto guardando ai trasferimenti dei calciatori. L’acquisto di Pogba da parte del Manchester Utd (104 mln) vale 5 anni di contributi allo sviluppo del calcio femminile inglese, per non parlare dei 303 milioni spesi dal Real Madrid per l’acquisizione delle prestazioni di Luis Figo (2000), Cristiano Ronaldo e Kaka (2009) e Gareth Bale (2013).

Da solo, il glorioso club della capitale spagnola potrebbe far diventare il calcio in rosa una cosa seria anche a livello meramente economico.

Calciatrice

Le calciatrici più pagate: in vetta alla top ten Alex Morgan

D’altro canto, la top ten degli stipendi delle calciatrici, riferita al 2015, non lascia spazio per ulteriori argomentazioni. La più pagata è Alexandra Morgan, che percepisce 450.000€ l’anno. Una buonissima somma, naturalmente, ma nulla a confronto degli introiti percepiti dai calciatori uomini, anche non di primissimo livello. Hope Solo, nota al mondo più per la sua bellezza che per le ottime prestazioni offerte sul terreno di gioco, arriva a guadagnare 65.000€ a stagione, a cui, fortunatamente per lei, vanno aggiunte le remunerazioni garantite dagli sponsor; ma non a tutte è concessa tale grazia. La fortissima Marta Viera, 5 volte pallone d’oro, riceve 220.000€ dal suo club, il Rosengard. Mirco Antenucci, buon giocatore ma non esattamente Maradona ha da poco rifiutato un contratto da parte dell’Empoli, che gli offriva un triennale da 500.000€ a stagione. Discorso chiuso.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 30 Maggio 2018 19:28


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