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“Perché lo faccio”: Mario Adinolfi risponde alle critiche sulla malattia della figlia

il volto tv Mario Adinolfi

La malattia della figlia e il racconto affidato ai social per mandare un importante messaggio a tutti. Mario Adinolfi ha dovuto rispondere a diverse critiche.

Ha scelto di raccontare a tutte le persone che lo seguono sui social la malattia e la battaglia di sua figlia Clara, con tanto di recente foto in ospedale. Ora, Mario Adinolfi si è trovato a dover motivare questa sua decisione di rendere pubblico tutto rispondendo duramente agli haters che gli hanno mosso diverse accuse proprio su questa scelta.

Mario Adinolfi e la malattia della figlia raccontata

La sua scelta è chiara: parlare di un tema delicato per rompere ogni tabù. Eppure, la decisione di Mario Adinolfi di raccontare l’anoressia di sua figlia Clara non sembra essere piaciuta a tutti. Diversi haters, infatti, lo hanno criticato e portato, ora, ad uno sfogo importante. “In mezzo a decine di migliaia di messaggi a sostegno di Clara e della sua lotta, qualcuno ha criticato la mia scelta di parlarne pubblicamente sui social”, ha esordito l’uomo.

Mario Adinolfi, il giornalista in primo piano, durante un suo intervento pubblico
Mario Adinolfi vestito con una maglietta marrone – www.donnaglamour.it

“Io tengo i miei profili volutamente aperti alle critiche e pure agli insulti degli haters, proprio perché questo è un metodo che mi permette di spiegare le mie scelte a chi dissente”, ha aggiunto. “La lotta di Clara e della nostra famiglia non è solo nostra: il suo male e più in generale la fragilità psichica delle giovani generazioni sono una tragedia che attraversa ormai milioni di famiglie. L’anoressia fa ormai trenta volte i morti delle overdosi di droga, ma è un argomento tabù […]”, ha proseguito Adinolfi facendo riferimento al fatto che se ne parli pochissimo in televisione e sui giornali.

“Perché ne parlo”

Nel suo lungo post, Adinolfi ha quindi aggiunto le motivazioni dietro al suo racconto sulla figlia: “Ne parlo pubblicamente per una sola ragione: per farci forza e ne abbiamo tutti bisogno. Come dissi all’Isola: sono qui per rendere possibile l’impossibile, perché un calabrone per la massa corporea troppo grande se comparata all’esiguità delle sue ali non può volare. Ma lui non lo sa. E vola”. L’uomo ha sottolineato come sia convinto che questa sua scelta sia “la cosa migliore che ho fatto perché siamo angeli con un’ala soltanto che possono volare solamente cercando un abbraccio. E allora sì che si rende possibile l’impossibile […]. Anche per questo una parola buona detta tra sofferenti aiuta a nuotare nell’oceano di dolore in cui la vita talvolta prova a farci affogare”.

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ultimo aggiornamento: 8 Ottobre 2025 15:35

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