Boom di furti di passaporti in estate durante i viaggi: i documenti, poi, arrivano sul dark web in un giro organizzato di cybercrimine.
In estate, molte persone utilizzano piattaforme digitali per la prenotazione di voli, hotel e servizi accessori, anche se in tanti trascurano il fatto che, anche nel web, c’è la criminalità. Un’indagine condotta da NordVPN, leader mondiale nella cybersicurezza, in collaborazione con il provider eSIM Saily, ha messo in luce la crescita del mercato nero online, dove passaporti, visti e altri documenti di viaggio rubati sono venduti facilmente. Vediamo in cosa consistono queste truffe.
Passaporti rubati finiscono nel dark web
Nel dark web, i documenti d’identità rubati – tra cui anche i passaporti – sono diventati una merce preziosa.
Le scansioni digitali di passaporti appartenenti ai cittadini di ogni parte del mondo si possono acquistare per poche decine di dollari, ma quando si tratta di documenti europei originali e verificati, le cifre aumentano in modo considerevole, arrivando fino a 5.000 dollari.
Tali documenti assumono tale valore per il fatto che sono difficilmente falsificabili, ma anche perché possono essere utilizzati per truffe, ad esempio per l’apertura di conti bancari o per ottenere visti in modo illecito.
Malware, phishing e deepfake: gli strumenti del crimine informatico
Il report congiunto mostra quali sono le modalità attraverso cui i criminali digitali sottraggono i dati attraverso malware installati su dispositivi personali, capaci di scandagliare cartelle cloud alla ricerca di file contenenti dati sensibili, nonché con attacchi informatici diretti contro compagnie aeree e portali per il rilascio dei visti.
Una delle tecniche più subdole resta il phishing, che sfrutta portali finti e fraudolenti, dall’aspetto apparentemente autentico, progettati per spingere l’utente a caricare passaporti e altri documenti d’identità.
Ad aiutare i malintenzionati, in tal senso, ci sono, poi, software di intelligenza artificiale avanzata che permettono la creazione di deepfake sempre più convincenti, capaci di ingannare anche i sistemi di verifica biometrici che molte piattaforme online effettuano con documento e selfie.
