La tredicesima arriva con tempistiche diverse per dipendenti pubblici e privati, mentre per chi lavora part-time il calcolo segue criteri specifici.
La tredicesima segue un percorso di erogazione che varia a seconda del settore di appartenenza. Il calcolo non è uguale per tutti, in quanto ogni comparto applica regole proprie. Per questo motivo, c’è chi la riceve prima e chi dopo, in base alle scadenze amministrative e delle esigenze organizzative delle amministrazioni e delle aziende: il calendario per pubblico, privato e lavoratori part-time.
Tredicesima, tempistiche per dipendenti, docenti e pensionati
Nel settore privato la data non è fissata in maniera rigida, ma – di solito – la liquidazione della mensilità aggiuntiva avviene entro il 25 dicembre. Le imprese scelgono quasi sempre la metà del mese, così da permettere ai lavoratori di affrontare con maggiore tranquillità le spese festive.
Il settore pubblico, invece, è legato ad un calendario stabilito dal Ministero dell’Economia, che consente l’erogazione a partire dal 7 dicembre con scaglionamenti distinti per insegnanti, personale amministrativo e altri dipendenti statali. Eventuali coincidenze con giorni festivi determinano anticipi automatici, secondo la prassi del trasferimento alla data utile più vicina.
I pensionati sono i primi a ricevere la tredicesima, accreditata con il cedolino di dicembre già dal primo giorno bancabile del mese, senza differenze tra banca e Poste Italiane.
Un discorso specifico va, invece, fatto per i docenti: la normativa riconosce loro il diritto alla gratifica natalizia anche nei periodi di malattia e maternità. Inoltre, per avviare il conteggio della tredicesima è sufficiente che abbiano maturato più di quindici giorni di servizio, soglia particolarmente rilevante per chi lavora con contratti brevi e supplenze temporanee.
Come si calcola l’importo e cosa cambia per part time e lavoratori domestici
La tredicesima è pari alla dodicesima parte della retribuzione annua e cresce in base ai mesi effettivamente lavorati.
Sono compresi i periodi coperti da malattia, infortunio e maternità: restano esclusi i compensi legati a lavoro festivo e notturno, rimborsi e indennità una tantum. Il calcolo cambia per quel che concerne i rapporti non continuativi, nei quali è necessario verificare i mesi utili ai fini del computo.
Anche i lavoratori part-time ne hanno diritto, in proporzione legata all’orario svolto e alla paga oraria prevista dal contratto. Per colf e badanti, spesso impegnati presso più famiglie, l’importo è determinato sommando le ore maturate presso ciascun datore di lavoro.
