Riforma Maturità 2026, addio all’Esame di Stato: pugno duro su scena muta e condotta

Riforma Maturità 2026, addio all’Esame di Stato: pugno duro su scena muta e condotta

Addio all’esame di Stato, il Governo ha stabilito che tornerà a chiamarsi Esame di Maturità: scopriamo tutte le novità della riforma.

Con 138 voti a favore, la Camera ha approvato in via definitiva la riforma dell’esame di Stato, che da adesso in poi torna a chiamarsi Esame di Maturità. Le novità, però, non riguardano soltanto il nome, ma anche altri aspetti: dalla scena muta all’orale che equivale alla bocciatura ai voti in condotti, passando per l’alternanza scuola lavoro.

Tutte la novità introdotte dalla riforma dell’Esame di Maturità

Era annunciata da mesi e adesso è realtà. Stiamo parlando della riforma dell’esame di Maturità, approvata dalla Camera con 138 voti a favore, 91 contrari e 9 astenuti. Una revisione importante, che per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara restituirà “valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti“.

Innanzitutto, si abbandona la dicitura esame di Stato e si torna al caro e vecchio Esame di Maturità. Le prove scritte non subiscono alcuna modifica, mentre il colloquio orale, oltre a prevedere quattro discipline che verranno individuate nel gennaio di ogni anno, servirà anche a verificare le competenze acquisite in materia di educazione civica e durante l’alternanza scuola-lavoro.

Per evitare boicottaggi come avvenuto durante gli ultimi esami, è stato chiarito che la scena muta volontaria non è consentita. Quanti rifiuteranno di sostenere l’orale saranno automaticamente bocciati. Inoltre, il voto finale terrà conto pure dell’impegno dimostrato in attività extrascolastiche particolarmente lodevoli.

Dalla condotta alla commissione

La riforma sull’Esame di Maturità ha introdotto anche una novità sul voto in condotta. Dalla prossima sessione, un 5 equivale a una bocciatura automatica, mentre con il 6 bisogna sostenere una “prova di cittadinanza attiva”. Inoltre, il massimo dei voti lo potrà ottenere solo lo studente che ha ottenuto 9 in condotta.

Per quanto riguarda i commissari d’esame, non saranno più 7 ma da 5, mentre le commissioni saranno composte da due membri esterni e 2 interni che avranno una formazione specifica. Ottima notizia per gli studenti che vogliono cambiare indirizzo i primi due anni delle superiori: non dovranno più sostenere un esame integrativo.

Pugno duro sull’alternanza scuola-lavoro, che deve svolgersi nella massima sicurezza dei ragazzi. Non si chiamerà più Ptco ma “Formazione scuola-lavoro” e non si potrà effettuare con i lavori considerati ad alto rischio. Inoltre, la copertura assicurativa andrà a coprire anche il tragitto che gli studenti compiono per recarsi da casa all’azienda.

Infine, la Commissione ha stabilito che il personale scolastico che lavora nelle isole minori avrà diritto a punteggi aggiuntivi nelle graduatorie provinciali per le supplenze.