Negli ultimi tempi, il retreat yoga è di gran moda. Eppure, non è soltanto una questione di tendenza: ecco cos’è e come funziona.
In una società che va sempre di fretta e non contempla momenti di “vuoto”, il retreat yoga si sta facendo sempre più spazio. Una tendenza che può anche essere letta come una risposta ai ritmi frenetici che la vita impone: scopriamo cos’è e come funziona.
Retreat yoga: cos’è e come funziona
Come suggerisce il nome, il retreat yoga è un ritiro di yoga, ma definirlo solo così è riduttivo. Deve essere interpretato più come una fuga dalla quotidianità per riappropriarsi della vera essenza della vita, di tutti quei momenti che il vivere “inconsapevole” fa perdere per strada. Non è tanto il luogo immerso nella natura a far staccare la spina, così come non lo è la pratica sportiva o meditativa, ma la lentezza e la mancanza di una tabella di marcia rigorosa.
Pertanto, pur presentandosi come un ritiro di yoga, il retreat è un’esperienza che consente di ricaricare corpo e mente in modo consapevole. Non ci si regala solo sport, tempo e silenzio, ma pure relazioni autentiche con le persone che scelgono la stessa “vacanza”. Ci si sente, infatti, accomunati dallo stesso bisogno di rallentare e ritrovarsi.
Non a caso, durante i retreat yoga nascono spesso rapporti di amicizia che aiutano anche ad affrontare pratiche olistiche che in altre circostanze non si farebbero. Parliamo, ad esempio, di rituali di rilascio emotivo o escursioni consapevoli.
Il retreat yoga è aperto a tutti, esperti e principianti
La bellezza del retreat yoga è anche l’apertura: è per tutti, a prescindere dal proprio livello di partenza. Non importa quanto si è bravi o abili, ciò che conta è voler compiere un viaggio interiore, accettando senza giudicare ciò che arriva, noia compresa. Un altro aspetto positivo: non c’è alcun obbligo. Qualunque proposta, dalla passeggiata consapevole ai rituali di rilascio emotivo, va affrontata solo se ci si sente pronti.
