Re Carlo e lo scandalo dei giardini di Highgrove: giardinieri in fuga

Re Carlo e lo scandalo dei giardini di Highgrove: giardinieri in fuga

Stando a una segnalazione, diversi addetti alla manutenzione dei giardini di Highgrove avrebbero dato le loro dimissioni.

Non è un mistero che Re Carlo d’Inghilterra sia un grande appassionato di natura. Non a caso, il sovrano è da sempre molto legato ai giardini di Highgrove, tanto da curarli personalmente da più di quarant’anni. Tuttavia, una segnalazione del 2023 ha rivelato un presunto lato oscuro delle attività di manutenzione dei giardini, il quale sarebbe fatto di stipendi troppo bassi e aspettative troppo elevate.

Lo scandalo dei giardini

Stando alle indiscrezioni, negli ultimi tre anni, il numero degli addetti alla manutenzione dei giardini di Highgrove sarebbe diminuito drasticamente. Nello specifico, in questo periodo di tempo sarebbero ben 11 dei 12 giardinieri ufficiali ad aver deciso di lasciare il loro incarico presso la casa reale.

Ma quali sarebbero le cause? Ebbene, ad averle rivelate è stato il Sunday Times, il quale ha spiegato che in primis la motivazione sia probabilmente uno stipendio troppo basso, alla quale però se ne aggiungerebbe una seconda: le aspettative troppo elevate del sovrano. Insomma, un ambiente di lavoro non proprio semplice da gestire, anche perché si dice che Re Carlo si rechi personalmente nei giardini a controllare le opere di potatura, lasciando anche degli appunti scritti in rosso qualora ci fossero delle imperfezioni.

Principe Carlo

Le testimonianze dei dipendenti

Gli stessi ex dipendenti avrebbero deciso di commentare lo scandalo rivelando quali fossero le condizioni lavorative cui erano sottoposti. Al centro del loro racconto le famose note scritte in rosso lasciate in caso di errori, tra cui una emblematica in cui il sovrano avrebbe richiesto di rimuovere una singola erbaccia sfuggita all’occhio dei giardinieri.

Ed è proprio nel 2023 che è stata esposta anche una denuncia in cui si parla addirittura di “team sopraffatti, privi degli strumenti e impossibilitati a esprimere le proprie difficoltà“. Una condizione aggravata anche da un salario molto basso e sproporzionato alla mole di lavoro che devono gestire. Ad aver avviato un’indagine la Laa King’s Foundation, la quale però attualmente ha respinto le accuse di mal gestione.