Tante persone in tutto il mondo combattono contro l’osteomielite, compresa una sportiva come Natalia Titova: ecco cos’è, sintomi e cura.
Un dolore acuto alle ossa può essere il campanello d’allarme dell’osteomielite, un’infiammazione che fino a qualche anno fa era quasi impossibile curare. Oggi, fortunatamente, la scienza ha fatto passi da gigante, ma resta una problematica che necessita di una diagnosi precoce e di un trattamento tempestivo. Scopriamo cos’è, le cause, i sintomi e la cura.
Cos’è l’osteomielite: cause e sintomi
L’osteomielite, malattia contro cui sta combattendo Natalia Titova, è stata definita per la prima volta nel 1844, dal chirurgo francese Auguste Nelaton. Si tratta di un’infiammazione dell’osso causata da un agente infettivo, che come primo sintomo ha un dolore localizzato. A questo disturbo si aggiungono: calore, tumefazione e limitazione funzionale della zona interessata.
La malattia si può presentare in forma acuta o cronica e, a sua volta, essere:
- ematogena: più frequente nei ragazzini in età scolare, solitamente colpisce le aree dello scheletro ben vascolarizzate;
- secondaria a un’infezione contigua: generalmente, post traumatica o correlata agli impianti protesici, è tipica dell’adulto e si riscontra principalmente in persone che hanno avuto fratture e conseguenti interventi;
- associata a una problematica vascolare periferica come il piede diabetico.
A prescindere dalla forma, l’osteomielite è una grave infiammazione dell’osso, che necessita di una diagnosi precoce e cure specifiche.
Osteomielite: diagnosi e cura
Una diagnosi precoce dell’osteomielite non è sempre possibile. La malattia, infatti, potrebbe presentarsi in modo subdolo e indurre il medico in confusione. Fortunatamente, ci sono esami specifici che non lasciano spazio a dubbi. Innanzitutto, il dottore dovrebbe prescrivere apposite analisi del sangue, volte a controllare i livelli di globuli bianchi, leucociti, proteina C reattiva e VES (velocità di eritrosedimentazione).
Poi, si procede con un’indagine radiologica (radiografia, risonanza magnetica, tac o pet) così da comprendere al meglio l’estensione dell’infezione. Infine, è necessaria una ricerca microbiologica per individuare il batterio responsabile e il relativo antibiotico da usare per la cura. Se necessario, il medico potrebbe consigliare pure un prelievo del tessuto per l’esame colturale.
L’osteomielite, in base al grado di infezione, si può curare con una terapia antibiotica o, nei casi più gravi, con un delicato intervento chirurgico. In ogni modo, sia in caso di operazione che non, occorrono circa 6 settimane di trattamento farmacologico per debellare la malattia.
