Ornella Vanoni, svelati i suoi trattamenti di longevità: il racconto del medico

Ornella Vanoni, svelati i suoi trattamenti di longevità: il racconto del medico

Emergono nuovi dettagli sui trattamenti di longevità scelti da Ornella Vanoni per vivere meglio e più a lungo, raccontati dal medico che l’ha seguita

A una settimana dalla scomparsa di Ornella Vanoni, emergono dettagli inediti sui trattamenti di longevità a cui la celebre artista si sottoponeva. A raccontarlo è il Dott. Michele Bonaccorso, medico specializzato in anestesia e rianimazione con un master in terapia del dolore, oggi attivo a Milano nell’ambito della medicina innovativa e preventiva.

I trattamenti di longevità di Ornella Vanoni: il suo percorso medico

Ho conosciuto Ornella circa 10 anni fa, quando si è rivolta alla mia clinica per sottoporsi a trattamenti di medicina della longevità e del benessere, quelli che offro io“, ha raccontato il Dott. Bonaccorso sulle pagine del settimanale Gente.

La terapia scelta per l’artista si basava su “ossigeno-ozonoterapia associata a flebo di antiossidanti“, una combinazione mirata a stimolare i processi di prevenzione dell’invecchiamento. Secondo il medico, Ornella Vanoni conosceva già bene questo tipo di approcci: “Avendo viaggiato in tutto il mondo li aveva sperimentati anche all’estero“.

Questi trattamenti, parte integrante della cosiddetta medicina antiaging, rientrano in una filosofia di cura centrata sulla prevenzione, più che sulla cura della malattia.

“Era una donna molto, molto intelligente…”

Il rapporto tra Ornella Vanoni e il Dott. Bonaccorso andava oltre la medicina. “Era una donna molto, molto intelligente. Ho vissuto momenti davvero esilaranti nel mio studio, e momenti in cui posso dire di essere cresciuto grazie a lei”, ha rivelato il medico.

Un episodio raccontato dal medico testimonia la fiducia profonda che la cantante riponeva in lui: “A un certo punto decise che doveva avere il salvavita Beghelli (dispositivo tecnologico che consente di lanciare chiamate e SMS a più numeri di telefono simultaneamente con la semplice pressione del tasto rosso SOS per 2 secondi, ndr) e lo collegò al mio numero di telefono, convinta che io dovessi essere la prima persona da chiamare se le fosse accaduto qualcosa“. E aggiunge: “Per un periodo addirittura mi consegnò le chiavi di casa sua“.