Morgan rischia 9 mesi per oltraggio ai poliziotti durante lo sfratto. Si difende: “Ero in un momento difficile”.
Nove mesi di carcere. È la pena richiesta dalla Procura di Monza per Marco Castoldi, in arte Morgan, accusato di oltraggio a pubblico ufficiale per gli insulti rivolti ai poliziotti durante lo sfratto dalla sua abitazione di Monza nel giugno 2019. Ma scopriamo che cosa sta succedendo.
Morgan si difende: “Ho reagito con rabbia”
L’artista, oggi 52enne, ha raccontato in aula il suo punto di vista, parlando di un momento di grande dolore personale.
“Ho reagito con rabbia e dolore – ha detto – non stavo perdendo solo una casa, ma anche il mio studio, la mia vita artistica“. Ora la decisione è nelle mani della giudice, che emetterà la sentenza il prossimo 17 novembre.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, Morgan avrebbe offeso gli agenti intervenuti per eseguire lo sfratto, utilizzando parole dure come “mostri”, “ignoranti”, “ridicoli” e paragonandoli a “boia” e “becchini”.
Gli insulti, avvenuti durante un momento di forte tensione, sarebbero stati rivolti alle forze dell’ordine mentre tentavano di completare l’operazione di sgombero.
La difesa di Morgan: “Non li avevo riconosciuti, ero sotto shock”
Difeso dall’avvocato Roberto Iannaccone, il cantautore ha negato di aver voluto offendere i poliziotti. “Non li avevo riconosciuti – ha spiegato – non si erano qualificate, non indossavano divise, e uno di loro mi riprendeva con una telecamera“.
Morgan ha raccontato di aver espresso parole “sarcastiche e teatrali“, tipiche del suo linguaggio artistico, e di non aver inteso mancare di rispetto alle forze dell’ordine.
Ha però riconosciuto di aver reagito con rabbia verso l’ufficiale giudiziario e l’acquirente dell’appartamento: “In quel momento ho reagito con rabbia e dolore. Le ho detto che era come un boia, un becchino“.
Sarà ora compito del giudice stabilire se quelle frasi costituiscano davvero oltraggio a pubblico ufficiale o se si sia trattato di un eccesso emotivo in un momento di profonda sofferenza.
