Non solo visite e ricette: il reddito del medico di base dipende da molti fattori spesso poco conosciuti: ecco quanto guadagna.
È una delle figure più presenti nella vita quotidiana di ogni cittadino: parliamo del medico di base, o medico di famiglia. È colui che conosce le abitudini, le patologie e le ansie dei propri pazienti, accompagnandoli spesso per decenni nel percorso di cura ed assistenza. In molti, si chiedono quanto guadagna questo professionista: scopriamolo insieme.
Dottore di famiglia, una figura importante per la salute
Il medico di famiglia non prescrive solamente visite e/o farmaci. Lo stesso, infatti, è una figura che riveste un ruolo molto importante nella rete sanitaria, in quanto coordina l’assistenza di base e monitora costantemente la salute di centinaia di cittadini.
Ogni medico può avere a carico anche fino 1.500 pazienti, con uno studio aperto cinque giorni a settimana e una disponibilità continua per urgenze, ricette e visite domiciliari.
A differenza dei medici ospedalieri, il lavoro del medico di base è soggetto a meno turni notturni ma, di certo, ad una gestione più diretta del rapporto umano e amministrativo con i pazienti. È, infatti, questa figura a seguire le terapie croniche, a certificare le assenze per malattia e, molto spesso, a fungere da mediatore tra paziente e specialisti.
Quanto guadagna il medico di base
Il guadagno di un medico di base varia sensibilmente a seconda del numero di assistiti. In media, un professionista di questo tipo percepisce tra i 3.500 e i 6.000 euro lordi al mese, cifra che può sembrare alta ma che deve andare a coprire anche tasse, contributi e spese di gestione dello studio.
Il calcolo del compenso si basa su una quota fissa per ogni paziente: circa 70 euro lordi per assistito se il medico segue meno di 500 persone, che scende a 35 euro oltre quella soglia. In pratica, un medico con 900 pazienti guadagna meno, in proporzione, rispetto a chi ne gestisce 1.100.
A questi importi si aggiungono compensi extra legati a servizi specifici, ad esempio la somministrazione di vaccini, i tamponi e l’assistenza domiciliare agli anziani.
