La figura della senatrice Merlin è spesso associata alla chiusura delle “case chiuse”, ma Lina Merlin era molto più di questo.

Angelina Merlin, detta Lina, questo era il nome della senatrice che si impegnò per la salvaguardia dei diritti delle donne e fece abolire nel nostro paese la prostituzione e le case chiuse. Ora, 73 anni dopo la sua nomina a senatrice, il suo impegno sociale viene ricordato con un busto a Palazzo Madama.

Lina Merlin a Palazzo Madama: primo omaggio per una donna

Il busto bronzeo raffigurante Lina Merlin sarà il primo busto dedicato ad una donna che sia mai stato collocato a Palazzo Madama. La proposta per rendere omaggio alla Merlin è in realtà un iter che va avanti da anni, da quando nel 2012 il consiglio comunale di Padova fece per la prima volta la proposta al Senato. Un percorso per rendere omaggio alla Merlin che è stato poi ripreso nel 2019 e, finalmente, accolto con favore. Il busto dedicato alla senatrice è stato realizzato dall’artista Ettore Greco e verrà inaugurato a Palazzo Madama il prossimo 11 maggio.

La legge Merlin e la tutela dei diritti delle donne

Il Comitato Nazionale Lina Merlin ricorda la senatrice come “la più grande donna politica della Seconda Repubblica”. Da molti ricordata per la legge sulle case chiuse, la Merlin ha contribuito alla stesura della Costituzione, in particolare il suo contributo si ricorda in riferimento all’articolo 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E quel “senza distinzione di sesso” è lì per sottolineare, senza mezzi termini, quello che poteva sembrare scontato nel termine “cittadini”, ma che è stato, invece, fondamentale riuscire a mettere nero su bianco.

Quella che viene ricordata come Legge Merlin dal nome della sua promotrice è la legge che nel 1958 portò all’abolizione delle “case chiuse” e introdusse i reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. La senatrice si batté per la tutela dei diritti delle donne e dei minori, fece cancellare dai documenti la dicitura “figlio di N.N.” che si era soliti indicare per i bimbi che non avevano il riconoscimento del padre. Tra le sue proposte di legge ci fu anche l’introduzione del divieto di licenziamento per donne incinte o prossime al matrimonio.

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