Nella classifica delle città dove si mangia meglio al mondo, quelle italiane non hanno ottenuto l’attenzione di altre estere.
Condé Nast Traveller ha pubblicato la classsifica delle città dove si mangia meglio al mondo, lasciando, però, stupiti un po’ tutti, visto che non compare nella top 10 nemmeno una città del Belpaese. Un dato che sorprende, considerando il peso della tradizione culinaria dello Stivale e il suo riconoscimento a livello internazionale. Scopriamo, dunque, chi ha scalzato le città tricolore.
Le città dove si mangia meglio al mondo, la classifica che esclude quelle italiane
La rivelazione – alquanto sconcertante, considerando il ruolo che riveste l’Italia a livello mondiale sul piano culinario – è arrivata con la pubblicazione dei risultati dei Readers’ Choice Awards 2025 da parte di Condé Nast Traveller: una carrellata delle città che, a giudizio dei viaggiatori, offrono le esperienze culinarie più memorabili e tra le quali, per l’appunto, non compare nemmeno una italiana tra le prime dieci in classifica.
Tra queste, c’è, al primo posto, Tokyo, la capitale del Giappone, premiata per la varietà, la qualità e l’accessibilità di un’offerta gastronomica che va dallo street food ai ristoranti stellati, fino ai mercati alimentari più conosciuti del territorio.
Completano il podio Santa Fe nel New Mexico, con la sua cucina speziata e tradizionale e Madrid, che conquista il palato dei viaggiatori con tapas, prosciutto e churros al cioccolato.
Risulta così che nessuna città italiana compare tra le prime dieci in questa edizione, cosa che ha sorpreso molti esperti e viaggiatori. Tuttavia, nella classifica per Paesi, l’Italia si conferma protagonista, piazzandosi al secondo posto dietro la Thailandia (e anche qui qualcuno è rimasto a bocca aperta).
Cosa significa per l’Italia questa classifica e come interpretarla
Da un lato, la cucina italiana continua a essere ammirata nel mondo per la creatività e la qualità delle materie prime, come testimoniano i riconoscimenti all’Emilia Romagna e ai suoi prodotti simbolo, tra i quali possiamo annoverare prosciutto crudo, ragù e Parmigiano Reggiano.
Dall’altro, però, le città italiane sembrano oggi meno competitive in termini di esperienza gastronomica complessiva rispetto a capitali come Tokyo e Madrid, dove giocano un ruolo molto importante fattori come l’innovazione, la varietà e il racconto che si sviluppa intorno al cibo.
Tra le dieci mete premiate, ci sono anche Quito in Ecuador, famosa per lo street food tropicale e le atmosfere vivaci dei suoi mercati; Chiang Mai in Thailandia, che si avvale di piatti iconici come khao soi e sai oua.
Compare anche Città del Capo, che mescola sapori olandesi, malesi e indiani. Presenti anche Lisbona, apprezzata per il pastel de nata e San Sebastián, capitale basca della cucina d’autore. A completare la classifica, ci sono New York e Palma di Maiorca.
