Irene Pivetti parla della crisi, dei pacchi Caritas e della condanna a 4 anni: “Non mi vergogno a dire che non avevo i soldi per mangiare”.
Irene Pivetti, ex Presidente della Camera e protagonista di una carriera che ha spaziato dalla politica alla televisione, è tornata al centro delle cronache. Dopo anni difficili segnati da indagini, processi e vicende giudiziarie, oggi la 62enne racconta la sua vita fatta di rinunce, nuovi lavori e la concreta possibilità di affrontare il carcere. Scopriamo le rivelazioni che ha fatto.
La condanna e il crollo economico
L’ex deputata è stata condannata in primo grado a quattro anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio per la compravendita di alcune Ferrari. A questa vicenda si affianca ancora il processo per le mascherine importate dalla Cina, che la vede imputata per frode in commercio e altri reati.
Un capitolo amaro per chi, nel 1994, sedeva sullo scranno più alto di Montecitorio.
In diverse interviste Pivetti ha descritto i momenti più bui della sua vita, quando non aveva i soldi nemmeno per mangiare. “Non mi vergogno a dire che non avevo i soldi per mangiare – ha confidato – Ho venduto tutto quello che potevo ai rigattieri, persino i regali di nozze. Durante il lockdown mi sono rivolta alla Caritas di San Vincenzo per i pacchi alimentari“.
Dalla mensa sociale alla nuova vita
Nonostante le difficoltà, Irene Pivetti non ha mai smesso di cercare un equilibrio. Ha iniziato a collaborare con la cooperativa sociale Mac, una realtà milanese gestita da ex detenuti, dove ha lavorato come volontaria prima di ottenere uno stipendio.
“Quando ho ricevuto i primi mille euro non potevo crederci. Finalmente avevo i soldi per mangiare” ha raccontato.
Oggi l’ex politica continua a vivere con lo stesso compenso, impegnata anche in progetti culturali legati alla Cina con l’associazione Amicizia Italia Cina.
Ma la condanna rimane e il pensiero del carcere non è più una semplice ipotesi. “Ci penso, mi preparo anche a questa eventualità – ha ammesso al Corriere – Non voglio che la condanna pesi come una spada di Damocle sulla mia vita. La fede mi sostiene, mi affido a Dio e continuo a vivere giorno per giorno“.
