Giovani e cushioning, il nuovo comportamento relazionale che preoccupa gli esperti

Giovani e cushioning, il nuovo comportamento relazionale che preoccupa gli esperti

Gli esperti lanciano l’allarme su un un nuovo fenomeno, definito “cushioning” che riguarda le relazioni tra i più giovani.

Si sta diffondendo un fenomeno, di natura psicologica e sociale, che sta preoccupando gli esperti. Parliamo del cosiddetto cushioning, termine inglese che, letteralmente significa “imbottitura” e che fa riferimento, nei fatti, ad una prassi relazionale sempre più diffusa tra i giovani. Scopriamo, dunque, in cosa consiste.

Cushioning, gli esperti allarmati dal nuovo comportamento dei giovani attuato nelle relazioni

Il nuovo approccio alle relazioni dei giovani, che sta preoccupando gli esperti, è il cushioning, ossia quel tipo di atteggiamento per cui il partner impegnato intrattiene relazioni parallele, pur mantenendo ufficialmente un legame principale.

Si tratta di contatti emotivi, talvolta venati da un sottile erotismo, che non sfociano necessariamente in un tradimento fisico, bensì fungono da cuscinetto affettivo per attutire l’eventuale fine della relazione ufficiale.

L’ascesa del cushioning fa parte di un contesto dominato dall’iperconnessione digitale, dove i social network e le app di dating alimentano dinamiche affettive sempre più complesse.

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Psicologi e sociologi osservano come il fatto che si possano avere nuovi contatti in maniera semplice e coltivare relazioni in parallelo con discrezione, conduca ad una generale rarefazione del legame affettivo tradizionale.

In questo senso, tali relazioni cuscinetto possono essere avviate, ad esempio, mediante una reazione ad una storia Instagram o lasciando un commento apparentemente innocuo. Tutto può contribuire a mantenere in vita connessioni di riserva, pronte a trasformarsi in qualcosa di più nel momento in cui il rapporto principale vacilla o termina del tutto.

Tale comportamento, anche se non fa capo all’infedeltà, può generare ferite profonde nella persona coinvolta, la quale si ritrova a fare i conti con una realtà emotivamente instabile. Le relazioni si svuotano, dunque, di progettualità e si popolano di presenze virtuali, silenziose ma – nei fatti – fastidiose ed ingombranti.

La fragilità emotiva e il timore dell’abbandono

Alla base del cushioning si cela la paura dell’abbandono, alla luce di una società in cui le relazioni sono sempre più liquide e dove l’assenza sembra essere la norma. In questo modo, dunque, molti giovani scelgono di proteggersi, anticipando una possibile rottura, evitando, dunque, la solitudine.

In questo scenario, l’unica soluzione da attuare sembra essere l’educazione emotiva. Serve, infatti, oggi più che mai, riscoprire il valore della comunicazione vera, della presenza effettiva e della responsabilità affettiva.