La Manovra 2026 introduce bonus per le donne, che riducono le disuguaglianze tra vita privata e lavoro, con contributi, congedi e incentivi per la salute e l’occupazione femminile.
Nel mondo del lavoro, le donne continuano a portare sulle spalle il peso di un doppio impegno: quello professionale e quello familiare. La maternità, spesso ancora percepita come un ostacolo, diventa così un fattore di disparità. La nuova Manovra 2026 prova a cambiare prospettiva, restituendo dignità e valore al lavoro femminile attraverso un pacchetto di misure pensate per sostenere chi ogni giorno concilia carriera, figli e futuro.
Bonus donne 2026: tutti gli incentivi a sostegno di chi lavora e gestisce la famiglia
Tra le principali novità, c’è un’integrazione mensile di 60 euro rivolta alle madri con almeno due figli e un ISEE inferiore a 40.000 euro.
Il contributo, non tassabile, sarà corrisposto fino al decimo anno del secondo figlio, arrivando, poi, fino ai diciotto anni per chi ne ha di più.
Un aiuto importante, che si affianca all’ampliamento dei congedi parentali: le lavoratrici potranno infatti, usufruirne fino ai 14 anni del figlio, mentre i giorni per malattia del minore raddoppiano da 5 a 10, includendo anche i casi di adozione e di affidamento.
A beneficiarne non saranno solo le dipendenti, in quanto la misura includerà anche le autonome iscritte a casse previdenziali e alla gestione separata, purché il lavoro sia continuativo e regolarmente registrato. Restano, invece, escluse le lavoratrici domestiche.
Incentivi alle imprese e tutela della salute
Per stimolare l’occupazione femminile, la Manovra introduce un esonero contributivo fino a 8.000 euro annui per le aziende che assumono madri con almeno tre figli minorenni e disoccupate da sei mesi. La durata dell’agevolazione varia dai 12 ai 24 mesi a seconda del contratto.
Sul fronte della salute, saranno stanziati 238 milioni di euro all’anno per la prevenzione femminile: previsti nuovi screening mammografici e campagne di sensibilizzazione per le fasce d’età 45-49 e 70-74 anni.
Infine, sarà rifinanziato il Fondo per il reddito di libertà per sostenere le donne vittime di violenza e i Centri antiviolenza.
