Camp, molto più di una parola: cosa significa, l’origine e perché si usa

Camp, molto più di una parola: cosa significa, l’origine e perché si usa

Cosa significa camp? Non è solo una parola, ma uno stile di vita, una moda, una cultura e tutto ciò che è collegato alla libertà di essere.

La parola camp viene utilizzata in più contesti, dalla moda all’arte, passando per inclinazioni caratteriali, ma il valore è sempre lo stesso ed è riconducibile alla concetto di libertà. Scopriamo quando e dove ha avuto origine, cosa significa e perché si usa.

  • Origine: dal francese o dall’inglese;
  • Quando si usa: per indicare una cultura, uno stile artistico, una sensibilità, un modo di essere o una moda all’insegna della libertà;
  • Lingua: inglese;
  • Diffusione: globale.

Cosa significa la parola camp

L’origine del termine camp è ancora oggi incerto. Alcuni sostengono che potrebbe derivare dal francese “se camper”, che significa mettersi in posa, altri credono che sia nato nel corso dal processo inglese di fine Ottocento in cui i comportamenti omosessuali vennero chiamati “campish undertakings”, ossia imprese campestri.

Anche se l’origine è dubbia, il significato non lo è. Il dizionario di Oxford del 1909 definisce così la parola camp: “Azioni e gesti di enfasi esagerata. (…) Usato principalmente da persone che dimostrano un’eccezionale mancanza di carattere“. In seguito, fortunatamente, la definizione è stata modificata: “Stile di espressione personale o creativa assurdamente esagerata che spesso fonde elementi di alta cultura con quella popolare“.

Oggi con il termine camp si indica una cultura, uno stile artistico, una sensibilità, un modo di essere o una moda tra il pop e la cultura più colta, tra l’avanguardia e la volontà di trasgredire. Le parole di Susan Sontag, autrice del saggio Note su Camp del 1964, aiutano a comprendere ancora meglio cosa significa: “Un tipo di sensibilità che si traduce in amore per l’innaturale, l’artificio, l’eccesso“.

Esempi d’uso

Camp si può utilizzare nei contesti più disparati, per indicare stravaganza ed eccentricità. Attenzione, però, perché non significa trash o kitsch. E’ più una celebrazione della libertà di essere ciò che si vuole, diversi e senza catene. Cristiano Malgioglio, ad esempio, si è definito “camp” proprio per smentire di essere un personaggio trash, mentre Marlene Dietrich è considerata una delle maggiori esponenti di questo stile perché negli anni ’30 osò vestirsi da uomo.

E’ camp anche la scelta del coreografo Matthew Boourne che, ne Il lago dei cigni del 1995, scelse solo ed esclusivamente ballerini maschi. Idem per la cantante Cher e tutto l’universo delle drag-queen.