Le cronache conoscono il loro volto e il loro nome attraverso l’orrore della strage di Erba, in cui hanno perso madre, sorella e nipotino in modo atroce. Sono i fratelli di Raffaella Castagna, Pietro e Beppe…

Pietro e Beppe Castagna sono i due fratelli maggiori di Raffaella Castagna, una delle quattro vitttime del massacro dell’11 dicembre 2006 passato alle cronache come “strage di Erba” in cui fu assassinato anche un bimbo di soli 2 anni. Era Youssef Marzouk, il loro nipotino, sgozzato insieme alla mamma, alla nonna e a una vicina di casa in quell’inferno di sangue e fuoco che nessuno potrà dimenticare. Beppe e Pietro Castagna sono certi: la giustizia ha individuato gli assassini e non c’è alcun processo da rifare. In carcere, dal 2007, la coppia composta dai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, coniugi e vicini di casa delle vittime riconosciuti colpevoli in tre gradi di giudizio e condannati in via definitiva all’ergastolo.

Pietro e Beppe Castagna: la biografia

Pietro e Beppe Castagna sono i due fratelli di Raffaella Castagna, la donna uccisa a 30 anni nella strage di Erba, l’11 dicembre 2006, insieme al figlio di 2 anni, Youssef Marzouk, alla madre Paola Galli e alla vicina di casa Valeria Cherubini. Massacrati, secondo la giustizia, dai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi nella corte di via Diaz della città comasca in cui tutti vivevano.

L’unico sopravvissuto al massacro fu Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, diventato supertestimone dell’accusa in quanto autore del riconoscimento di Olindo Romano quale suo aggressore.

Pietro Castagna (secondo nome Maria) è il maggiore, nato a Erba sotto il segno dei Pesci, il 9 marzo 1971. Il fratello minore è Beppe Castagna, nato il 3 febbraio 1973 sotto il segno dell’Acquario. Sono figli di Carlo Castagna, imprenditore immobiliare scomparso nel 2018 all’età di 74 anni, e di Paola Galli. Nella strage di Erba la loro famiglia è stata distrutta e loro non hanno mai smesso di credere alla bontà delle sentenze: Olindo Romano e Rosa Bazzi sono i colpevoli.

I fratelli di Raffaella Castagna, Pietro e Beppe, contro la revisione del processo

Pietro e Beppe Castagna hanno attraversato con la loro famiglia il terribile dolore per la perdita di tre persone a loro care. Nella strage di Erba, infatti, furono uccisi brutalmente la madre Paola Galli, la sorella Raffaella Castagna e il loro nipotino di appena 2 anni, Youssef Marzouk, nato dal matrimono tra quest’ultima e il tunisino Azouz Marzouk.

Insieme al padre Carlo Castagna, Pietro e Beppe hanno seguito tutte le fasi del processo che ha condotto i Romano-Bazzi all’ergastolo in via definitiva per il massacro. E non hanno mai dubitato del giudizio emerso dalle sentenze.

Dall’altra parte l’ex cognato Azouz Marzouk, convinto dell’innocenza della coppia e condannato, nel 2023, per diffamazione nei confronti dei fratelli Castagna dopo aver insinuato che dietro quell’orrore potesse celarsi una questione di eredità maturata in famiglia.

Nello stesso anno, il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, anticipando gli avvocati di Olindo e Rosa ha chiesto la revisione del processo a carico della coppia perché da lui ritenuta potenziale vittima di un clamoroso errore giudiziario.

Pietro e Beppe Castagna hanno accolto con dolore l’atto del magistrato, sottolineando che l’incessante campagna innocentista sulla strage di Erba getti sale sulle ferite dei familiari che, già di per sé, sono e resteranno insanabili.

Per i fratelli Castagna non c’è alcun errore nella sentenza che ha blindato la posizione dei coniugi quali responsabili del massacro. “La loro condanna – ha scritto Beppe Castagna sui social, a margine dell’istanza depositata da Tarfusser – sta diventando la nostra condanna. Ogni anno dobbiamo sopportare campagne innocentiste su giornali, su canali tv, da parte di trasmissioni che non si sono fatte neanche problema ad additarci come reali mandanti o esecutori. Adesso arriva anche il vice Procuratore… e ancora noi a dover rispondere ai giornalisti che insistentemente vogliono conoscere la nostra opinione (…) Vorrei ribadire che abbiamo assistito ad ogni grado processuale e ci siamo convinti della colpevolezza dei coniugi Romano. Però, non ne possiamo più. Iniziamo, per assurdo, a mettere sul piano della bilancia la nostra serenità con la loro libertà. In poche parole stanno vincendo per sfinimento. Liberateli e non rompeteci più“.

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ultimo aggiornamento: 1 Marzo 2024 11:42


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