Tutto su Niko Romito: da cuoco autodidatta a chef stellato

Tutto su Niko Romito: da cuoco autodidatta a chef stellato

Con il Reale ed i suoi progetti gastronomici, Niko Romito ha rappresentato l’eccellenza italiana in cucina sulla scena internazionale.

Niko Romito è un esempio raro di cuoco autodidatta che, partendo da un piccolo paese abruzzese, ha conquistato il panorama gastronomico mondiale. La sua cucina, che unisce tradizione e innovazione, è sostenuta da un approccio imprenditoriale che spazia dall’alta cucina alla formazione, dallo street food alla ristorazione collettiva.

Niko Romito: biografia e formazione

Nato il 30 aprile 1974 a Castel di Sangro, in provincia dell’Aquila, sotto il segno del Toro, Niko Romito è cresciuto a Rivisondoli, un piccolo comune montano, in una famiglia impegnata nella gestione di una pasticceria, il Reale.

Dopo il liceo, si è trasferito a Roma per studiare Economia e Commercio, sognando una carriera come broker finanziario. Ma quando gli mancavano solo pochi esami dalla laurea, un evento drammatico gli ha fatto cambiare il corso nella vita.

Nel 1998, il padre Antonio, che aveva trasformato la pasticceria di famiglia in una trattoria, si è ammalato gravemente, per poi morire dopo poco tempo. Così a 25 anni, Niko e sua sorella Cristiana hanno deciso di tornare in Abruzzo con l’intenzione di vendere l’attività di famiglia. Ma poi, i due fratelli hanno intrapreso una scelta differente.

I primi passi da cuoco autodidatta, fino alla scalata al successo

Senza alcuna esperienza in cucina, Niko Romito si è avvicinato al mondo della ristorazione per necessità, per poi venirne ammaliato, scoprendo una passione inaspettata. Da autodidatta, si è formato attraverso corsi brevi presso l’Étoile di Sottomarina e stage significativi con chef come Valeria Piccini e Salvatore Tassa, oltre ad un breve passaggio dai fratelli Roca in Spagna.

La sua curiosità lo ha inoltre spinto a studiare libri di cucina ed a confrontarsi con colleghi, sviluppando una visione gastronomica unica, radicata nel territorio abruzzese ma aperta all’innovazione. Nel 2000, insieme alla sorella Cristiana, che si è dedicata invece alla sala, ha preso in mano il ristorante Reale a Rivisondoli, decidendo di non venderlo ma di rilanciarlo.

Il Reale in mano ai fratelli Romito, ha avuto modo di diventare un’eccellenza della cucina italiana. Nel 2007, a soli sette anni dall’inizio dell’avventura intrapresa dallo chef, il ristorante ha conquistato la prima stella Michelin, seguita dalla seconda nel 2009.

Nel 2011, ha scelto di trasferire il Reale a Castel di Sangro, in un ex monastero del ‘500, rinominato Casadonna. Qui, oltre al ristorante, ha dato vita ad un boutique hotel ed all’Accademia Niko Romito, una scuola di alta formazione per giovani cuochi. La nuova sede ha così segnato un’evoluzione nella sua cucina, che affinandosi si è connotata per un’estetica di purezza e semplicità, eliminando il superfluo per esaltare l’essenza degli ingredienti.

Nel novembre 2013 (confermato come 2014 in alcune fonti), il Reale è riuscito ad ottenere la terza stella Michelin, un traguardo straordinario per un ristorante situato in una remota area montana dell’Abruzzo, la prima volta che la regione riceve un tale riconoscimento.

Il suo talento imprenditoriale

Niko Romito ha diversificato il suo impegno in numerosi progetti. Infatti oltre alla sua Accademia Niko Romito (2011), scuola di alta formazione che combina teoria (botanica, storia della cucina, diritto alimentare) e pratica, ha creato a partire dal 2013 “Spazio”. Si tratta di una rete di ristoranti-laboratori gestiti dagli allievi dell’Accademia, con sedi in diverse città italiane.

Lo chef ha portato avanti anche il progetto Laboratorio Niko Romito: centro di ricerca e sviluppo a Castel di Sangro, dedicato alla panificazione, alla pasticceria ed altri prodotti venduti online e in negozi.

A partire dal 2017, Romito ha firmato i ristoranti degli hotel Bulgari a Pechino (1 stella Michelin nel 2019), Dubai (2 stelle Michelin nel 2022), Shanghai, Milano, Parigi (2021), Roma e Tokyo (1 stella Michelin nel 2023). In questi ristoranti è stata proposta una cucina italiana codificata, con piatti classici come spaghetti al pomodoro o cotoletta alla milanese, reinterpretati con la sua visione minimalista.

Lo chef ha portato avanti anche ALT Stazione del Gusto” (2018), un progetto di ristorazione di viaggio di qualità, avviato a Castel di Sangro ed ampliato nel 2023 con Eni per aprire locali in stazioni di servizio italiane, come quella a Roma.

Inoltre ha lanciato Bomba”, format di street food sulla rivisitazione delle bombe dolci e salate, nate da un ricordo di famiglia e proposte inizialmente a Capodanno 2000. In occasione di “Expo Dubai 2020” (posticipato al 2021), Romito ha curato la cucina del padiglione Italia, proponendo due format: “Spazio Bar e Cucina” e “Ristorante Niko Romito” (gourmet), rappresentando l’eccellenza italiana.

Riconoscimenti ed opere editoriali

Oltre alle tre stelle Michelin per il Reale, Niko Romito ha ricevuto numerosi premi, tra i quali: Performance dell’Anno (19,5/20) dalla Guida dell’Espresso 2015; Cinque Cappelli dalla Guida dell’Espresso dal 2017 al 2022.

Il cuoco italiano si è distinto come presenza costante nella classifica The World’s 50 Best Restaurants, con il Reale che ha raggiunto la posizione 43. Ma ha anche ottenuto il titolo di Miglior Cuoco Europeo a Madrid Fusión, ed il Premio Chef Mentor della Guida Michelin. Tra l’altro ha vinto Trofeo Galvanina ed il titolo di Miglior Chef dell’Anno nel 2013. Forbes Italia lo ha inserito nella classifica degli chef più influenti d’Italia nel 2025.

Romito ha pubblicato diversi libri che riflettono la sua filosofia: “Semplicità reale” (2009, con Clara e Gigi Padovani, Giunti Editore); “10 Lezioni di cucina” (2015, con Laura Lazzaroni, Giunti Editore). Inoltre ha pubblicato: “Apparentemente semplice” (2015, con Leopoldo Gasbarro, Sperling & Kupfer); “Unforketable.it – La cucina italiana di Niko Romito a casa tua” (2015, Giunti Editore).

La vita privata di Niko Romito

Lo chef è molto riservato sulla sua vita privata. Non si hanno informazioni su eventuali figli o partner, di fatto preferisce concentrarsi sui suoi progetti professionali sui social e nelle interviste.

Curiosità su Niko Romito

– La sua filosofia di cucina è definita da una ricerca ossessiva della purezza e dell’essenzialità. Lo stesso chef nel descrivere il suo approccio in cucina, ha menzionato la “semplicità consapevole”, che nasconde una complessità intrinseca. Nello spiegare il suo stile dietro i fornelli ha rivelato: “La mia cucina non è saporita nonostante sia leggera, è saporita in quanto leggera”.

– Ha sempre mostrato una grande attenzione nei confronti della materia prima. In particolare, il suo menù si concentra sugli ingredienti vegetali, come carote, cipolle o cavoli, che trasforma in piatti sorprendenti attraverso tecniche innovative ed una precisione millimetrica.

– Attraverso Instagram ed il sito personale, Romito è solito condividere i suoi piatti e la propria visione culinaria, all’insegna della semplicità come massima espressione del gusto. Sui social non mancano contenuti più personali, legati alla sfera familiare e vita quotidiana.

– Il meglio della sua cucina si rintraccia in piatti che portano la sua distintiva firma, come nel caso dell’assoluto di cipolle, parmigiano e zafferano tostato. Altro piatto iconico dello chef: il piccione fondente e pistacchio come anche la Verza e patate. Un suo piatto iconico, lo spaghetto al pomodoro, è diventato un simbolo della sua capacità di trasformare l’ordinario in straordinario.

– Combinando tradizione italiana e modernità, chef Romito ha valorizzato il territorio abruzzese, sebbene il suo linguaggio gastronomico sia universale. Le sue portate sono capaci di parlare ad un pubblico globale, senza perdere autenticità.

– Da adolescente, ha fatto l’istruttore di sci e maestro di tennis, sfiorando una carriera professionistica in quest’ultimo sport.

– È noto per la sua ossessione per la ricerca, destinando oltre il 10% del fatturato del gruppo a studi con chimici ed ingegneri. Inoltre, lo chef ha preso parte al protocollo scientifico IN-Intelligenza Nutrizionale (2016), in collaborazione con l’Università La Sapienza e il Gruppo Giomi. Un progetto per migliorare la ristorazione collettiva, partendo dagli ospedali, con piatti sani e gustosi.

– Lo chef ha ammesso di apprezzare cibi semplici come patatine e M&M’s, pur mantenendo un approccio rigoroso alla cucina.