Felice Maniero, alias “Faccia d’Angelo”, soprannome legato al suo aspetto, è un ex boss della criminalità, capo della Mala del Brenta.
Felice Maniero è stato il capo indiscusso della Mala del Brenta, un’organizzazione mafiosa attiva negli anni ’80 e ’90 nel Veneto, ispirata ai modelli di Camorra e ‘Ndrangheta. La banda, che contava fino a 400 affiliati, si dedicava a rapine, traffico di droga, armi, estorsioni, sequestri di persona e omicidi. Ecco una panoramica su “Faccia d’Angelo”.
Biografia ed inizio dell’attività delinquenziale di Felice Maniero
Nato il 2 settembre 1954, a Campolongo Maggiore, in provincia di Venezia, sotto il segno della Vergine, Felice Maniero ha iniziato la sua carriera criminale da adolescente con piccoli furti, guidato dallo zio Renato. Dopo furti di bestiame e rapine a negozi di gioielli, è passato ad un alto livello di criminalità.
La sua attività delinquenziale ha avuto un iter alquanto turbolento: denunciato a 16 anni per guida senza patente; condannato quando aveva solo 20 anni a tre anni per tentato stupro su due turiste tedesche.
La sua carriera criminale come boss della Mala del Brenta
Negli anni ’70 e ’80, Maniero ha trasformato la sua banda in una vera mafia del Nord-Est, controllando il territorio veneto. Pagava tangenti a polizia, carabinieri e persino servizi segreti (fino a 6 milioni di lire al mese a un ispettore). Il primo omicidio della Mala risale al 1980, legato a pressioni per il traffico di droga da mafie del Sud e milanesi.
In particolare, la Mala del Brenta divenne nota per la sua ferocia e per il controllo del territorio veneto. La sua organizzazione era potente, con un patrimonio stimato in miliardi di lire (oggi circa 17 milioni di euro, in beni sequestrati, tra ville, auto di lusso e preziosi).
Arrestato più volte, riuscì ad evadere in modo spettacolare: nel 1982 scappò dal carcere di Fossombrone scavando nelle fogne per 3 km. Successivamente, è evaso da Padova corrompendo una guardia. Arrestato definitivamente a Torino nel 1994, fu inizialmente condannato a 33 anni per reati gravi, tra cui associazione mafiosa, rapine, traffico di droga, sequestri e omicidi (ne ammise 5 su 7).
La decisione di collaborare con la giustizia
Nel febbraio 1995, “Faccia d’Angelo” decise di collaborare con la giustizia come pentito, ottenendo una riduzione della pena a 17 anni. Le sue confessioni hanno permesso di smantellare la Mala del Brenta, portando all’arresto di decine di complici.
Grazie allo sconto della pena, Felice Maniero uscì dal carcere nel 2010, con una nuova identità. Prima ha assunto il nome di “Luca Mori”. Poi nel 2025 per motivi di sicurezza, dopo minacce da ex sodali ha dovuto assumere un’altra identità.
Dopo la scarcerazione, l’ex boss ha vissuto in regime di semilibertà, incorrendo in altri guai giudiziari: la condanna, nel 2021, a 4 anni per maltrattamenti alla compagna. Inoltre, nel 2025 ha ricevuto il braccialetto elettronico per aver picchiato la stessa. A queste condanne, si è aggiunta un’ulteriore ad un anno e 6 mesi, per aver aggredito un compagno di cella (per il volume alto della TV).
Gli amori tumultuosi di Felice Maniero
Maniero ha avuto una figlia, Elena, nata dal matrimonio con Agostina Rigato, che si tolse la vita nel 2006 a 29 anni. Inoltre è padre di un figlio, Alessandro, con il quale ha fondato un’azienda di depurazione acque (Anyaquae srl), fallita nel 2016. La sua terzogenita, Carolina dovrebbe essere nata intorno al 2001.
Agostina Rigato, nota anche come Marina Rigato, anche se indicata come “ex moglie” non ha mai sposato Maniero. Nata intorno al 1957 e morta nel maggio 2023, stroncata da un tumore fulminante diagnosticato solo cinque mesi prima, proveniva da una famiglia immersa nell’ambiente criminale veneto. Era figlia di Eliodoro Rigato (detto “il Nero”), affiliato alla malavita, e sorella di Ennio, Massimo ed Emanuela Rigato. I fratelli erano fedelissimi di Maniero: Ennio e Massimo facevano parte del suo clan, mentre Emanuela sposò Giuseppe Pastore, braccio destro del boss.
Maniero frequentava regolarmente la casa dei Rigato a Casone di Legnaro (Padova). I due si conobbero negli anni ’70, quando Agostina era ancora una ragazzina. Agostina, descritta come una “donna bellissima”, non ha condiviso mai appieno questo stile di vita e non convissero stabilmente.
Dalla loro relazione nacque Elena Maniero (1977-2006), l’unica figlia del boss a portare il suo cognome, cambiato a fine anni ’90 su insistenza del padre, dopo il suo pentimento. Elena ebbe un rapporto tormentato con il padre: criticò pubblicamente il suo ruolo nella Mala ed il successivo collaborazionismo con la giustizia.
Agostina rifiutò di essere coinvolta negli affari illeciti e non ebbe mai problemi giudiziari, a differenza di molti familiari. Maniero, nel frattempo, ebbe altre relazioni: con Rossella Bisello (madre di suo figlio Alessandro) e Marta Bisello (sorella di Rossella, madre della figlia minore Carolina).
La sua vita privata è diventata argomento di cronaca, a causa di ripetuti episodi di violenza nei confronti della sua compagna storica Marta Bisello. Nel 2019, dopo la denuncia per maltrattamenti alla Bisello è finito in carcere. A sua volta, dopo aver scontato quattro anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti della donna, ha denunciato la ex compagna Marta Bisello, a Brescia, nel 2024 per presunto riciclaggio.
Dove vive?
Maniero vive sotto protezione e raramente appare in pubblico, per garantire la sua incolumità come ex collaboratore di giustizia.
Fino al 2023-2024, risiedeva a Brescia, sotto falsa identità, e gestiva un’azienda di depurazione acque (Anyaquae srl, fallita nel 2016). Dopo la scarcerazione nel giugno 2023 da Pescara, in seguito a condanne per maltrattamenti, si è trasferito in una struttura protetta.
Curiosità su Felice Maniero
– L’ex boss della Mala del Brenta, in occasione dell’anniversario della morte di Cristina Pavesi, studentessa 22enne, uccisa tragicamente durante una rapina della banda su un treno, ha indirizzato una lettera di scuse alla famiglia della vittima. Una lettera resa pubblica il 13 dicembre 2024, in occasione del 34º anniversario della morte della ragazza. L’episodio ha suscitato emozioni contrastanti, con un gesto di presunto pentimento da parte di Maniero ed un rifiuto netto da parte della famiglia della vittima.
– Nel settembre 2025, il nome del boss è tornato alla ribalta, per la sua partecipazione, inizialmente mascherato con una bauta veneziana, al podcast “Pulp” di Fedez e Mr. Marra, dove ha raccontato il suo passato con toni nostalgici: “Evadere da un carcere? Lo rifarei subito”. In più, ha ammesso di non aver mai avuto “amici” nella Mala e di soffrire di depressione dal 1989.
– La partecipazione a “Pulp“ ha suscitato polemiche. Alcuni, come l’ex sodale Giampaolo Manca (“il Doge”), lo hanno definito una “pantegana” (traditore) per il suo pentimento. Il podcast ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi lo considera un’operazione mediatica controversa e chi lo vede come un’occasione per capire la mente di un ex boss.
– Il giornalista Maurizio Dianese, che gli ha dedicato il libro “Come me nessuno mai” (Feltrinelli, 2025), lo descrive come un uomo depresso e solo. Il giornalista lo vede come una figura tragica, un uomo che ha perso tutto nonostante il potere passato.
– La sua storia ha ispirato la miniserie Sky “Faccia d’Angelo” (2019) con Elio Germano nei panni del boss, e diretta da Andrea Porporati. La miniserie composta da due puntate, è tratta dal libro “Una storia criminale” di Andrea Pasqualetto e Maurizio Dianese.
