Al via il nuovo Bonus auto elettriche: contributi fino a 11 mila euro per i cittadini e 20 mila per le microimprese: tutte le novità.
Parte il 22 ottobre, il nuovo Bonus auto 2025. Dalle ore 12 del citato giorno, infatti, è possibile presentare domanda attraverso la piattaforma online predisposta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase). L’iniziativa è stata rifinanziata con quasi 600 milioni di euro provenienti dal PNRR, dopo un lungo iter di approvazione e aggiornamento. Scopriamo, dunque, tutte le novità in merito agli incentivi previsti per le auto elettriche.
Bonus auto elettriche, tutte le novità dell’incentivo
La novità principale di questa edizione è la maggiore selettività dei criteri: potranno accedere ai contributi solo i cittadini con ISEE fino a 40 mila euro e le microimprese con sede legale nelle aree individuate come “urbane funzionali“.
Per i privati, inoltre, è previsto un incentivo fino a 11 mila euro per l’acquisto di un’auto elettrica, mentre le piccole imprese potranno ricevere fino a 20 mila euro per l’acquisto di veicoli commerciali a zero emissioni.
Il decreto – come sottolineato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin – ha come obiettivo quello di arrivare, entro la metà del 2026, ad almeno 39mila nuovi veicoli elettrici immatricolati.
Criteri territoriali e polemiche sulle esclusioni
La misura è rivolta ai residenti delle città con più di 50 mila abitanti e delle zone caratterizzate da elevato pendolarismo.
Una definizione che ha richiesto mesi di lavoro tecnico, poiché l’ISTAT ha dovuto aggiornare le mappe delle aree urbane funzionali, ferme da oltre un decennio. Alla fine si è scelta una formula mista, che include sia i 1.892 comuni del vecchio elenco, sia i 368 inseriti in tempi recenti.
Per ottenere il bonus è necessario rottamare un veicolo termico fino a Euro 5, intestato al richiedente da almeno sei mesi: una misura antifrode utile per evitare cessioni fittizie.
Non mancano – però – le contestazioni. L’UNCEM, ossia l’Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani, ha denunciato il fatto che molte zone montane sono state escluse e, quindi, non possono accedere agli incentivi, nonché intere province, citando, tra le tante, Cuneo e il VCO.
