Antropomorfismo virtuale: il significato del fenomeno psicologico che ci fa sentire appagati in amore da un assistente virtuale.

In un’epoca in cui le intelligenze artificiali, di vario tipo, si stanno facendo sempre più sofisticate, e in cui la robotica sta facendo passi da gigante, non sorprende che sempre più persone stiano trovando soddisfazione nell’interagire con degli assistenti virtuali. Proprio come descritto alcuni anni fa dal film Her di Spike Jonze, ipotizzare addirittura una storia d’amore tra un uomo e una macchina non è più fantascienza. Si tratta anzi di un fenomeno reale, ribattezzato antropomorfismo virtuale, o romantico, e spiegato nel dettaglio da uno studio portato avanti da alcuni ricercatori dell’Università di Hiroshima e di Edimburgo e pubblicato sul British Journal of Social Psychology.

Cosa si intende con antropomorfismo virtuale

Per poter capire come possa instaurarsi una relazione tra un essere umano e un assistente virtuale, bisogna partire dalla definizione di agente virtuale. Si tratta, semplicemente, di un’applicazione software che utilizza l’elaborazione del linguaggio naturale per fornire supporto a uomini e donne durante diverse attività online. Ne sono un esempio i popolarissimi Alexa, Cortana o Siri, ma anche i chatbot che ormai molte volte sostituiscono in una prima fase di contatti gli operatori del call center. Ma è davvero possibile innamorarsi di queste intelligenze artificiali?

Registrare videochiamata

La risposta di questo studio è sì. O meglio, secondo i ricercatori, un agente virtuale è potenzialmente in grado di soddisfare una delle esigenze più naturali di un essere umano, ovvero il bisogno di amare e di essere amati. E lo dimostrano anche i tanti casi di uomini che hanno dichiarato, negli ultimi tempi, di essersi innamorati di fidanzate virtuali, preferibili anche a donne in carne e ossa.

Come funziona l’antropomorfismo romantico

Per cercare di dimostrare che l’amore uomo-macchina può esistere, i ricercatori hanno effettuato tre esperimenti, i cui risultati sono stati piuttosto sorprendenti. Hanno infatti mostrato che le persone sole, prive di un partner, hanno maggior probabilità di antropomorfizzare anche oggetti ed entità non umane, proprio come accade a Tom Hanks con il pallone Wilson nel celebre film Cast Away.

Tuttavia, la conclusione dei ricercatori non è stata del tutto aperturista. Alla fine, è improbabile infatti che un rapporto di questo tipo faccia sentire realmente le persone meno sole. Però, è probabile che questo tipo di relazione venga percepita come un palliativo per la propria solitudine, in attesa di qualcos’altro, che sia un nuovo rapporto emozionale o magari l’ultimo aggiornamento in grado di rendere ancora più attraente il proprio amico virtuale. Insomma, gli studi sono destinati a continuare fino a poter aere una risposta definitiva.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 4 Novembre 2022 12:22


Reddito di Cittadinanza: ecco chi potrebbe perderlo con il governo Meloni

Le più belle frasi su Ohana, il concetto di hawaiano di famiglia