Sapete cos’è l’alexinomia? E’ la fobia di pronunciare il nome delle persone, sia conosciute che sconosciute: ecco come si manifesta.
Anche se è un disturbo poco conosciuto, l’alexinomia è più diffusa di quanto si possa pensare. Le cause non sono ancora chiare, ma il sintomo principale è lampante: fobia nel pronunciare il nome delle persone. Vediamo, nello specifico, cos’è, come si manifesta e qual è la cura più efficace.
Alexinomia: cos’è e come si manifesta il disturbo
Per la maggior parte delle persone, pronunciare il nome di un amico, un compagno o uno sconosciuto è normale. Un’azione spontanea, scontata, a cui nessuno dà importanza. Eppure, qualcuno fa una fatica immensa nel riferirsi a un soggetto chiamandolo con il nome di battesimo o il soprannome. Questo disturbo è l’alexinomia, termine che deriva dal greco e si traduce con “nessuna parola per i nomi”.
E’ una vera e propria fobia, che fa provare una paura folle nel dire il nome altrui durante una conversazione. Non è un semplice imbarazzo, magari dettato alla poca conoscenza dell’altro, oppure un timore di sbagliare il nome, ma un terrore immotivato che non fa alcuna differenza tra familiari, partner, conoscenti o sconosciuti.
Solitamente, un soggetto affetto da alexinomia si riferisce a un’altra persona identificandolo con la sua posizione – collega, amico, marito, etc. – oppure con qualche dettaglio fisico. Il disagio raggiunge picchi stellari nelle situazioni in cui non si può evitare di pronunciare un nome. Di conseguenza, l’evitamento sociale è un sintomo collaterale.

Come si cura l’alexinomia?
Se non si affronta nel modo corretto e si ignora cos’è, l’alexinomia può diventare invalidante. Il motivo è presto detto: quanti ne soffrono evitano interazioni sociali e tendono alla solitudine, così da schivare il problema. Secondo alcuni studi recenti, il disturbo è strettamente collegato all’ansia sociale. Pertanto, si supera con la psicoterapia e l’esposizione graduale a situazioni che creano disagio e paura.