Cosa fare in casi di violenza sulle donne? Aiutare la vittima è il primo passo per spingerla a denunciare: vediamo consigli e numeri utili.
Ogni giorno, la cronaca è piena di casi di violenza sulle donne. Episodi di maltrattamento e femminicidi sembrano inarrestabili, eppure c’è qualcosa che tutti noi possiamo fare. E’ necessario porsi in ascolto e capire i segnali di SOS che le vittime cercano di comunicare a coloro che gli sono attorno. Vediamo consigli e recapiti utili in situazioni di emergenza.
Violenza sulle donne: cosa fare?
Violenza sulle donne, a chi rivolgersi? E’ questa la prima domanda che ci poniamo in casi di aggressioni domestiche. Quando si vive in un clima familiare sereno, è difficile credere che un’amica o una conoscente sia immersa in un carcere che sembra non avere via di scampo. Magari conosciamo anche il partner e non sembra affatto un uomo violento. Eppure, ci sono alcuni segnali che, generalmente, le donne vittime di violenza lanciano a quanti le circondano.
Se avete un dubbio, la prima cosa da fare è porsi in ascolto, cercando di captare comportamenti che sono tipici di quante subiscono maltrattamenti. I cosiddetti indicatori sono tre:
- psicologici: paura, stati d’ansia, stress, attacchi di panico, depressione, perdita di autostima, agitazione e auto colpevolizzazione;
- comportamentali: ritardi o assenze dal lavoro, agitazione in caso di assenza da casa, racconti incongruenti relativi a lividi o ferite, chiusura e isolamento sociale;
- fisici: contusioni, bruciature, lividi, fratture, danni permanenti, aborti spontanei e disordini alimentari.
Oltre ai segnali fisici, che talvolta sono ben coperti da abiti o make-up, cercate di fare attenzione ai comportamenti oppure ai disagi psicologici. Le donne vittime di violenza hanno paura e difficilmente si aprono se non si sentono protette e, soprattutto, comprese. Pertanto, prima di porre una domanda in merito ai maltrattamenti, assicuratevi di trovarvi in un contesto calmo e tranquillo.
Violenza sulle donne: numeri utili
La violenza sulle donne è un tema delicato, non soltanto per le vittime ma anche per coloro che le circondano. Mentre le prime non parlano per vergogna e mille paure, gli altri fanno fatica a credere che la familiare o l’amica viva con un mostro. Bocciate, quindi, frasi come ‘Una persona con il tuo carattere? Perché non lo lasci?’, oppure ‘Cosa hai fatto per farlo innervosire?’ o ancora ‘Ma com’è possibile? Sembra un uomo tanto tranquillo’. La donna maltrattata ha bisogno di empatia e comprensione e non di un atteggiamento giudicante. Se non sapete come comportarvi, chiamate il centro antiviolenza della vostra città, saprà aiutarvi e indirizzarvi nel modo giusto. In ogni caso, non pensate che la situazione si possa risolvere in modo semplice e definitivo. Spesso, infatti, le vittime hanno sentimenti contrastanti: amore e paura, stima e odio, volontà di chiudere la relazione e speranza di una riconciliazione. Inoltre, non dimenticate che nella maggior parte dei casi la donna è convinta di poter cambiare l’uomo che ha al suo fianco.
Violenza sulle donne: chi chiamare? Di seguito i recapiti utili:
- 1522 Numero anti violenza e stalking, multilingue e attivo 24 ore su 24 in tutta Italia;
- 112 Carabinieri;
- 113 Polizia;
- 118 Emergenza sanitaria.
Infine, ricordate che ogni città italiana ha il suo centro antiviolenza, il cui numero telefonico può essere trovato facilmente su internet scrivendo la località di riferimento.
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