Una giovane tibetana ha manifestato contro la religione e la cultura di Pechino dandosi fuoco. E’ accaduto in una città del distretto di Aba e lei è Tsepe Kyi di soli 20 anni.

Tsepe Kyi aveva 20 anni e si è uccisa dandosi fuoco per manifestare contro la politica repressiva di Pechino. Un atto estremo avvenuto in una regione della provincia del Sichuan (sud-ovest).

Purtroppo, quello di Tsepe Kyi non è un caso isolato: dal 2009 a oggi sono oltre 130 i tibetani che si sono immolati o hanno tentato di farlo.

Il fatto è avventuo in una regione della provincia popolata principalmente da tibetani, secondo quanto riferito dall’ Ong Free Tibet e Radio Free Asia (RFA), una emittente finanziata in parte dagli Stati Uniti.

Quella di Tsepe Kyi è la seconda immolazione di un tibetano avvenuto nel giro di una settimana. Qualche giorno fa, un uomo di 33 anni è morto per le ustioni riportate in una regione tibetana della vicina provincia di Gans.

Il mese scorso invece, a darsi fuoco era stata una monaca tibetana per protestare contro l’occupazione cinese del Tibet. L’aveva reso noto l’organizzazione Free Tibet, che ha sede a Londra, specificando che la donna, che si chiamava Palden Choetso e aveva 35 anni, ed era l’undicesima persona che si immola dall’inizio dell’anno per la causa tibetana, e la seconda monaca.

La donna, avvolta dalle fiamme, ha camminato per strada per circa otto minuti cantando e urlando slogan anticinesi e in favore del Tibet libero e del ritorno del Dalai Lama.

Prima di lei c’era stata Tenzin Wangmo di 20 anni a compiere il gesto estremo di protesta a circa tre chilometri dalla citta’ di Aba, Ngaba in lingua tibetana, lo stesso luogo dove oggi si è uccisa Tsepe Kyi.

Il Dalai Lama, capo spirituale tibetano – ed odiato dalla Pechino più tradizionale che lo accusa di secessionismo – ha definito in passato le immolazioni dei gesti di disperazione che egli non riesce a impedire.

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ultimo aggiornamento: 19 Maggio 2022 11:09


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