Quando si pensa al tavolo da ingresso una delle reazioni più comuni è che nella propria casa non ci starà mai. Nell’accezione più classica, difatti, questo elemento di arredo è un vero e proprio tavolo, ambientato in uno spazio ampio nel quale è idealmente posto al centro: soluzioni di questo tipo si trovano per esempio nelle dimore storiche oppure nelle Penthouse newyorkesi.

Nella maggior parte delle nostre case, però, gli ingressi non sono grandi, se non addirittura ridotti all’osso, pertanto la tendenza è quella di rinunciare ad un tavolo o ad una consolle (molto usate negli anni ’70 e oggi recuperate) o addirittura ad un più semplice ripiano.

Comunque sia concepito, il “tavolo da ingresso”, deve poter ospitare oggetti, definire la parete su cui poggia ed a volte essere il supporto per una lampada.

È un arredo, proporzionato nelle dimensioni ed equilibrato nei materiali e colori, identificabile come arredo vero e proprio, ma ben inserito nel contesto della casa.

Gli esempi che riportiamo sono alcune soluzioni pensate da noi per spazi di diversa dimensione e decorazione, a cui corrispondono “tavoli” molto differenti.

Un vero proprio tavolo da ingresso, tondo, al centro stanza, a supporto di lampada, oggetti e libri.

L’ambientazione è l’eclettico loft dell’arch. Marco Cortesia e per il tavolo, uno degli ultimi arredi aggiunti, si è optato ad un pezzo francese, da giardino, degli anni ’40, in ferro. Un tavolo che oltre ad essere idealmente un filtro tra l’esterno (un patio pieno di verde) e l’interno (ben rappresentato dal ritratto secentesco) è anche un tavolozza giocosa, dove il classico layout di utilizzo e di collocazione lascia spazio all’inventiva: la lampada di design anni ’70 contrasta con l’elefante africano in legno grezzo.

Qui il tavolo è un pezzo importante, del ‘700, col piano ottagonale, posizionato insolitamente nell’angolo dell’ingresso quadrato, ben proporzionato anche se non ampio, a casa dell’arch. Emanuela Bandiroli.

Il tavolo è la base d’appoggio per la lampada che illumina tutta la stanza e risalta il bel piano intarsiato in varie essenze di legno. Il tutto è un gioco di accostamenti di vari stili e a colpo d’occhio si attraversano epoche diverse: la casa ottocentesca, il tavolo di un secolo addietro, il manifesto anni ‘30 e la lampada anni ‘70. Colori sobri e ambiente raffinato, per un tavolo che vuol farsi vedere ad apprezzare per se stesso e nell’equilibrio dell’ambientazione.

In un angolo dell’ingresso di questa casa dalle pareti rosse, di ispirazione orientale, abbiamo ambientato un tavolo cinese addossato alla parete, su cui è appoggiato uno specchio dell’’800 e due vasi in pasta di vetro dai toni ambrati. L’allestimento è semplice e il tavolo sobrio: questo permette di variare a piacimento l’intero allestimento, cambiando, aggiungendo o semplicemente spostando gli oggetti. Il tavolo non è particolarmente decorativo, ma molto in linea con la casa e deve servire da piano d’appoggio per ciò che desidera vedere appena si entra in casa, oggetti che possono variare a seconda dei momenti o dell’umore.

Un ingresso-corridoio, affacciato su una bella veranda. Un luogo piacevole in cui sostare, anche se lo spazio non è molto. Il tavolo è un piccolo scrittoio di epoca déco, semplice ma raffinato, su cui è stata appoggiata una lampada di metallo con un grande paralume giallo brillante e uno specchio tondo appeso alla parete. Un punto che cattura l’attenzione in un ambiente volutamente scuro, ma fortemente illuminato di luce naturale. A fianco allo scrittoio è posta una poltrona arancio, in un’armonia di toni caldi e freddi, di chiari-scuri, di linee rigorose e morbide, nella quale il tavolo ha il ruolo di discreto supporto.

Decorazione allo stato puro: qui nulla è al caso e il tavolo, rappresentato dalla consolle seventies, troneggia di fronte alla porta d’ingresso in una stanza rivestita da carta da parati a disegno damascato color bronzo. In questo caso la consolle non vuole avere un ruolo funzionale, ma decorativo, importante, supporta le lampade gemelle ai lati dello specchio, in un rigore classico che lascia però spazio all’inventiva nell’accostamento di materiali e di motivi decorativi. Un bell’ingresso, un bel tavolo, nell’accezione più tradizionale ma intramontabile.

Un piccolo ingresso, praticamente un corridoio tra la porta dell’appartamento e la zona giorno, piccolo persino per una consolle che dovrebbe sempre avere un po’ di spazio intorno. Non volendo però rinunciare all’elemento di arredo, che non fosse una semplice mensola per appoggiare chiavi e posta, la soluzione è stata quella di utilizzare un contenitore appeso, con tre vani a giorno, di un bel color pavone brillante, che potesse arredare e dare dignità a questo spazio.

Il piano è piccolo per potervi appoggiare una lampada, ma soprattutto si è preferito non interagire con la presenza delle applique, sufficienti ad illuminare lo spazio. Pertanto il piano è utilizzato come supporto di un bell’oggetto, unico, quasi a considerare il mobile come un piedistallo per esporlo.

Architetti Emanuela Bandiroli e Marco Cortesia.

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ultimo aggiornamento: 2 Marzo 2022 9:33


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