Il lavoro precario fa crescere le possibilità di sviluppare la patologia dell’asma, specie se si teme di essere disoccupati entro due anni.

L’asma è una malattia cronica dei bronchicausata da una loro infiammazione che provoca mancanza o difficoltà di respiro, tosse, respiro fischiante o sibilante, senso di oppressione al torace. L’asma è particolarmente diffusa tra la popolazione, dato che colpisce in media circa il 5% degli Italiani e quasi il 10% degli infanti.

Quando si parla di asma non è possibile definire con certezza un’unica causa di origine, anche se un ruolo molto importante lo giocano la famigliarità della patologia, le allergie e l’ipersensibilità a particolari sostanze irritanti e non.

Secondo nuovi studi però, c’è una forte correlazione tra asma e lavoro precario. I ricercatori dell’Istituto di medicina occupazionale e sociale dell’Università di Dusseldorf, per la prima volta hanno studiato la relazione fra comparsa di crisi asmatiche e stress sul lavoro.

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Gli impieghi precari aumentano la possibilità di incorrere nella patologia del 24%, in particolare il timore di perdere l’occupazione a breve entro due anni, lo fa crescere del 60%. L’indagine è stata pubblicata sul British Medical Journal. La ricerca ha incluso 7mila lavoratori osservati dal 2008 al 2011, a cavallo con la crisi economica che ha attraversato l’Europa. In questo periodo, gli esperti hanno riscontrato la comparsa di 105 nuovi casi di asma, metà negli uomini e metà nelle donne, in chi era preoccupato dei destini del proprio lavoro.

La relazione tra asma e stress è maggiore nei lavoratori a basso reddito, tra i giovani e tra i single. Oltre all’asma, i ricercatori hanno individuato il fatto che, coloro i quali non si sentono sicuri nel proprio lavoro, sono anche i più soggetti ad ammalarsi di depressione.

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ultimo aggiornamento: 25 Settembre 2014 12:47


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