Qualità della vita in Italia: la nuova classifica e le sorprese dell’anno

Qualità della vita in Italia: la nuova classifica e le sorprese dell’anno

Un’indagine aggiornata sulla qualità della vita mostra le nuove dinamiche territoriali e le differenze tra le province italiane.

Ogni anno l’indagine sulla qualità della vita nelle province italiane mette in luce quali territori riescono a garantire servizi efficienti, dinamismo economico e una buona vivibilità quotidiana. L’edizione di quest’anno conferma una tendenza già osservata nelle precedenti rilevazioni: alcune realtà continuano ad avanzare, altre – invece – faticano a tenere il passo e il divario tra Nord e Sud si traduce in differenze sempre più marcate. Scopriamo, dunque, la classifica nel dettaglio.

Qualità della vita, le città migliori secondo una recente indagine

Milano torna al vertice della qualità della vita in Italia, confermando una leadership costruita su servizi efficienti, redditi elevati, infrastrutture capillari e un tessuto produttivo che continua a dimostrarsi dinamico.

L’ultima analisi condotta da ItaliaOggi e Ital Communications con il supporto scientifico dell’Università Sapienza di Roma colloca nuovamente il capoluogo lombardo al primo posto, seguito da Bolzano e Bologna.

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Sebbene Milano e Bolzano mantengano la posizione dell’anno precedente, Bologna avanza e rafforza la propria presenza in cima alla graduatoria, mentre il quadro generale mostra un lieve arretramento: solo 60 province su 107 registrano una qualità della vita definita buona o accettabile, un dato più basso rispetto alle scorse edizioni della ricerca.

Nel frattempo, Rimini e Ascoli Piceno, per esempio, scalano oltre venti posizioni e si collocano stabilmente nella fascia alta. Monza e Brianza conoscono una lieve flessione, mentre alcune province del Sud continuano ad occupare la parte finale della classifica, con Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria che restano agli ultimi posti.

La frattura Nord-Sud e i parametri dell’indagine

La ricerca, che quest’anno giunge alla sua ventisettesima edizione, si basa su nove macro-aree che consentono di valutare in profondità le condizioni socio-economiche dei territori: dal mercato del lavoro all’ambiente, dalla formazione alla sicurezza, fino alla salute e all’offerta culturale.

Tra gli indicatori più importanti, c’è quello relativo ad affari e lavoro, nel quale Bolzano mantiene il primato per il quarto anno consecutivo, mentre Firenze compie un balzo rilevante e conquista le prime posizioni.

Tuttavia, il quadro complessivo mostra un Paese che fatica a mantenere omogeneità: il Centro-Nord appare più stabile e reattivo, mentre il Mezzogiorno continua ad evidenziare aree estese di fragilità sociale e carenze nei servizi.

Anche sul fronte territoriale emergono tendenze differenziate. Le province del Nord-Ovest mostrano un lieve arretramento, quelle del Nord-Est appaiono più solide; l’Italia centrale registra un moderato miglioramento. Al Sud, solo L’Aquila riesce a mantenersi nel gruppo con qualità di vita accettabile.