Le persone affette da questa patologia sono 25 milioni nel mondo, destinati a raddoppiare entro il 2050. A loro è dedicata la Giornata Mondiale Alzheimer.

Oltre 35 milioni di persone sono affette da demenza e nel 60-70% dei casi si tratta di Alzheimer.

I sintomi cominciano a presentarsi generalmente dopo i 60 anni e rendono la malattia una delle principali cause di disabilità negli anziani. Una cura ancora non esiste, ma molto si può fare per migliorare la prognosi e la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie.

Domenica 21 settembre la ventunesima Giornata Mondiale dell’Alzheimer, in questa edizione l’attenzione sarà puntata sulla possibilità di ridurre il rischio.

Marc Wortmann, direttore esecutivo, di Alzheimer’s Disease International ha dichiarato:

“Dal punto di vista della salute pubblica, è importante notare che la maggior parte dei fattori di rischio per la demenza si sovrappongono a quelli per le altre principali malattie non trasmissibili. Nei paesi ad alto reddito vi è una maggiore attenzione agli stili di vita più sani, ma questo non è sempre vero nei paesi a reddito medio-basso. Entro il 2050, si stima che il 71% delle persone con demenza vivranno in queste regioni, quindi attuare campagne di salute pubblica efficaci può contribuire a ridurre il rischio globale”.

Migliorare il trattamento di diabete e ipertensione, e smettere di fumare, dovrebbero essere priorità anche per gli adulti più anziani, che oggi raramente sono oggetto di programmi di prevenzione specifici. Anche l’aumento dell’attività fisica e la riduzione dei livelli di obesità sono fattori di prevenzione importanti.

Inoltre, i soggetti che hanno avuto migliori opportunità d’istruzione presentano un rischio di demenza più basso in età avanzata, nello specifico, chi arriva in questa fase della vita con un cervello meglio sviluppato e più sano ha maggiori probabilità di vivere una vita più lunga, più felice e più autonoma e un rischio minore di demenza. È importante favorire la salute del cervello per tutta la vita, ma soprattutto nella parte centrale, in quanto le alterazioni cerebrali possono avere inizio anche alcuni decenni prima della comparsa dei sintomi.

E’ importante unire gli sforzi per affrontare l’onere globale rappresentato dalle malattie non trasmissibili, inclusa la demenza.

La malattia comincia prima della comparsa dei sintomi.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 8 Luglio 2015 18:17


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