Il nuovo romanzo di Donna Tartt, “Il cardellino” vince il premio Pulitzer 2014 nella categoria fiction.
Critiche entusiaste piovono da ogni dove per il terzo romanzo della scrittrice americana Donna Tartt; “Il Cardellino”, questo il titolo del romanzo, si è meritatamente aggiudicato il Premio Pulitzer 2014 per la categoria fiction.
Stephen King ha dichiarato:
“Ha la suspance di Dickens”.
Donna Tartt, 51 anni, non è sposata, non è fidanzata, non ha figli e vive sei mesi a New York e sei mesi in una fattoria della Virginia. Scrive i suoi libri a mano e li riscrive anche 3 o 4 volte. Ha dichiarato di voler scrivere cinque romanzi in mezzo secolo, solo uno ogni dieci anni.
“Il Cardellino” segue a “Il Dio di illusioni“, 5 milioni di copie vendute in tutto il mondo, e “Il piccolo amico“, 300mila copie e un cambio editoriale, da Random House a Little, Brown. Nonostante questa limitata produttività, è una delle scrittrici più quotate al mondo ed è presumibile che dopo questo premio lo diventerà ancora di più.
Forse proprio perché Donna Tartt è fuori dal tempo e dal marketing, e questo ultimo romanzo lo dimostra. L’ambientazione de “Il Cardellino” è il mondo dell’arte, tra fiumi di denaro, falsi e falsari e il protagonista, Theo, come il fratello di Van Gogh tiene avvinti dentro un flusso ininterrotto di coscienza.
Data l’ispirazione a Salinger e Dickens, è inevitabile la quantità e qualità degli avvenimenti: Theo è adolescente complice di una madre straordinaria. Theo l’accompagna al Metropolitan dove la donna muore, vittima della bomba di un attentato, e il ragazzo raccoglie da terra il dipinto “Il Cardellino” di Carel Fabritius, maestro olandese di Vermeer. Theo, depresso e silenzioso, sarà preso in custodia dai Barbour, la ricchissima e inquietante famiglia dell’amico Andy.
Theo di nascosto frequenta la bottega dell’antiquario Hobie e della nipote bambina Pippa; lui migliora e proprio allora viene trascinato a Las Vegas dal padre alcolista Larry, mentre Pippa finirà in Texas.
Poi il romanzo procede senza esclusione di colpi per tornare a quella misteriosa stanza ad Amsterdam. Attraverso segreti, droghe, idiosincrasie sociali, ma soprattutto due ingredienti che fanno l’unicità dei romanzi di formazione: avventura e solitudine.
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