Il Ponte Morandi a Genova prendeva il nome dall’ingegnere Riccardo Morandi, uno dei pionieri dell’architettura in cemento armato in Italia.

La tragedia del Ponte Morandi a Genova ha riacceso l’interesse nei confronti delle infrastrutture e di chi le ha progettate. Fra queste senza dubbio spicca la figura di Riccardo Morandi, Ingegnere italiano attivo dalla fine degli anni ’20 del 1900 fino al 1989, anno della sua scomparsa.

Riccardo Morandi e la predilezione per il calcestruzzo

Come molti altri ingegneri del suo tempo, Riccardo Morandi ebbe particolare interesse per il Calcestruzzo armato precompresso, un particolare tipo di cemento armato molto utilizzato a partire dalla seconda metà degli anni ’40. Nel campo del calcestruzzo armato, Riccardo Morandi deteneva anche alcuni brevetti. Ma proprio il calcestruzzo ha causato i principali problemi alle opere progettate da Riccardo Morandi. Questo materiale, infatti, è soggetto a un decadimento naturale, che il progettista non prese mai in considerazione.

Le informazioni emerse dopo il 20 agosto 2018, pubblicate da La Verità e riprese da ANSA e dalle altre agenzie di stampa, riportano uno studio dell’Ing. Morandi in merito al Viadotto Polcevera. Il documento è del 1979 e si intitola Il comportamento a lungo termine dei viadotti sottoposti a traffico pesante situati in ambiente aggressivo: il viadotto sul Polcevera, a Genova. In questo Riccardo Morandi indicava come, secondo lui, il Viadotto Polcevera avrebbe avuto bisogno, a breve, di interventi. Ecco le sue parole:

Penso che prima o poi, e forse già tra pochi anni, sarà necessario ricorrere a un trattamento per la rimozione di ogni traccia di ruggine sui rinforzi esposti, con iniezioni di resine epossidiche dove necessario, per poi coprire tutto con elastomeri ad altissima resistenza chimica“.

Riccardo Morandi insomma, già vent’anni dopo la costruzione del ponte si era reso conto che la durabilità sarebbe potuta essere compromessa, identificando nella salsedine, nell’inquinamento e nel traffico pesante le principali cause dell’accorciamento della vita del ponte. Insomma, l’Ingegner Riccardo Morandi non tralasciò nulla, nemmeno di controllare periodicamente la sua struttura, anche molti anni dopo la costruzione.

Riccardo Morandi – il caso del Ponte Morandi a Genova

Con il passare degli anni, le opere in calcestruzzo armato – non solo quelle di Riccardo Morandi, iniziarono a mostrare segni di usura e degrado. Sfortunatamente negli anni Sessanta si ipotizzava che questo materiale fosse più durabile, ma gli studi in materia erano ancora agli albori.

Ponte Morandi a Genova
Il Ponte Morandi a Genova dopo il crollo

Tuttavia il Ponte Morandi di Genova era già stato oggetto di attenzioni. Per esempio, si sapeva che il ponte di Genova stava sopportando molto più traffico di quello per cui era stato progettato. Inoltre, proprio in seguito all’accumularsi dei problemi, già nel 2009 si era arrivati a ipotizzarne la demolizione. Per farlo però si sarebbe dovuta avere un’altra soluzione per il traffico autostradale a Genova, soluzione che non è mai arrivata.

Le altre opere dell’Ingegner Morandi – poca fortuna con i ponti

L’ingegnere è rimasto attivo praticamente per tutta la vita (la sua ultima opera, la Chiesa nel Centro Direzionale di Napoli, è del 1989, anno della sua scomparsa). Negli anni ha progettato centrali elettriche, chiese, centri commerciali, aeroporti e ha partecipato a numerosi restauri strutturali.

Per quanto riguarda i ponti, tuttavia, le opere dell’ingegnere non si possono dire fortunate. Il ponte General Rafael Urdaneta, realizzato in Venezuela, crollò dopo che una petroliera urtò due dei piloni che lo sorreggevano. Il progetto infatti non aveva previsto questo tipo di incidente. In tempi più recenti, le autorità hanno chiuso il viadotto Morandi ad Agrigento, sulla statale che collega la città a Porto Empedocle: i danni ai piloni risultavano ormai evidenti. Infine, nel 2017 le autorità libiche hanno chiuso il Viadotto di Wadi al-Kuf vicino a Beida, per problemi strutturali. Entrambe queste opere erano state progettate con criteri costruttivi simili al Viadotto Polcevera, o Ponte Morandi, oggi tristemente noto alla cronaca.

Bisogna dire tuttavia che, all’epoca della costruzione, le soluzioni in calcestruzzo armato erano considerate all’avanguardia e più che adeguate per questo tipo di opere. Se il decadimento del calcestruzzo poteva essere ipotizzato infatti, era difficile immaginare che il traffico sarebbe aumentato così tanto.

Riccardo Morandi: vita accademica

L’Ingegner Riccardo Morandi è stato a più riprese docente universitario. Ha tenuto corsi di forma e strutture di ponti presso la facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Dal 1971 è stato Research Professor presso l’Università Statale della Florida. Presso l’Università degli Studi di Roma ebbe due cattedre: Tecnologia dei materialiTecnica delle Costruzioni. Il suo lavoro inoltre gli valse due lauree Honoris Causa: una presso l’Università di Monaco di Baviera e una presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 28 Giugno 2019 13:21


Mauro Colagrande è lo chef numero uno al mondo (e ha anche origini italiane): tutto su di lui

Ballerina mancata, ad oggi è un’attrice di successo: tutto sulla vita di Alicia Vikander