Toccare ferro scaccia veramente la sfortuna: la risposta che non ti aspetti

Toccare ferro scaccia veramente la sfortuna: la risposta che non ti aspetti

Toccare ferro scaccia la malasorte: cosa c’è di vero? Un gesto scaramantico profondamente radicato nella tradizione popolare italiana, con origini antiche e leggende affascinanti.

In Italia, i gesti scaramantici rappresentano un ricco patrimonio culturale, dove superstizione, tradizione e credenze popolari si intrecciano. Tra i più noti – insieme a “fare le corna” o “gettare il sale dietro la spalla” – c’è senz’altro “toccare ferro”, usato per allontanare la sfortuna e proteggersi da eventi negativi. Ma da dove nasce questa usanza così diffusa? Scopriamo cosa c’è dietro uno dei riti apotropaici più famosi del nostro Paese.

  • Origine: dal Medioevo e dalla simbologia del ferro.
  • Quando si usa: per scacciare la malasorte, dopo aver pronunciato qualcosa di sfortunato o per prevenire un evento negativo.

“Toccare ferro”: l’origine del gesto

Le origini del gesto di toccare ferro risalgono al Medioevo, quando il ferro era associato a qualità magiche e protettive. In un mondo dominato da superstizioni e credenze legate al soprannaturale, questo materiale veniva considerato una barriera contro spiriti maligni, streghe e forze oscure.

Ferro di cavallo, simbolo di fortuna

Il ferro, infatti, era il metallo con cui venivano forgiati armi e ferri di cavallo – simboli di forza e difesa. Proprio per questo divenne il metallo “beneaugurante” per eccellenza. In molte tradizioni contadine, toccare un oggetto di ferro dopo aver evocato un pensiero sfortunato serviva a “neutralizzare” l’influenza negativa di quella frase o idea.

Con il passare dei secoli, il gesto ha perso la connotazione magico-religiosa per diventare un’abitudine scaramantica quotidiana, presente in diverse varianti in tutta Europa: in Inghilterra, ad esempio, si parla di “touch wood” (toccare legno), mentre nei Paesi latini prevale appunto il “toccare ferro”.

L’uso moderno per scacciare la malasorte

Oggi “toccare ferro” è una formula che si pronuncia in modo spontaneo e ironico, soprattutto quando si teme di “portarsi sfortuna da soli”. Si dice ad esempio: “Spero che vada tutto bene, tocco ferro!” oppure “Non mi ammalo mai – tocco ferro!”.

È un modo leggero per esorcizzare la paura del caso o del destino, mantenendo un legame con la tradizione e con quel bisogno tutto umano di sentirsi, almeno un po’, padroni della propria fortuna.

“Toccare ferro” va oltre un semplice gesto: è un rito di protezione che racchiude secoli di tradizione popolare e il desiderio universale di allontanare la sfortuna con un semplice tocco.