La chirurgia estetica, tanto di moda per cancellare i fisiologici segni del tempo o per apparire più belli, non dà sempre i risultati sperati o almeno non li dà con un solo intervento.

È un attimo lasciarsi prendere la mano ed esagerare con bisturi e colpi di silicone, lasciandosi rapire dalla chirurgia estetica, e creare poi un effetto bambola. Diversi sono gli esempi che ci mostrano lampanti esempi di eccessi basta guardare Cher, Nicole Kidman e, tra le ultime, Renée Zellweger.

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Ma se spesso ci si fa prendere dall’effetto che regala la chirurgia estetica, trasportandoci a volerlo fare sempre più, a volte è la stessa a costringerci in una seconda volta a causa di un errore.

Secondo un’indagine condotta dall’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), nel 2013 le operazioni secondarie, eseguite per rimediare a una precedente andata male, sono state il 16% di quelle eseguite a scopo estetico, pari a 37.884 interventi. Per tornare in sala operatoria, i pazienti si sono rivolti allo stesso dottore da cui sono stati operati la prima volta nel 31,1% dei casi, mentre la maggioranza (68.9%) ha preferito optare per un altro collega.

Per informare correttamente i pazienti ed evitare spiacevoli sorprese o disillusioni, Mario Pelle Ceravolo, presidente di Aicpe, ha spiegato:

«Anche se ci si rivolge a un bravo chirurgo, il risultato può non essere ottimale a causa di una reazione particolare dei tessuti del paziente o, più spesso, di situazioni contingenti imprevedibili. Il primo consiglio, valido per medici e pazienti, è avvalorare l’importanza del consenso informato, un documento che porta il paziente a conoscenza dei rischi e delle complicazioni inerenti l’operazione cui sta per sottoporsi. Spesso la delusione è la conseguenza più di un fraintendimento tra le parti che di incapacità tecnica o di errori chirurgici. Non sempre è facile capire e farsi capire, soprattutto quando si parla di estetica. Se l’errore c’è stato deve essere riconosciuto e il paziente risarcito delle spese affrontate e dei danni subiti. Tra tutte le parti deve però instaurarsi un rapporto onesto che gioverà ai due chirurghi operatori e ancora di più al paziente che potrà essere assistito dal nuovo professionista nella maniera migliore. È infine consigliabile che il paziente autorizzi il secondo operatore a entrare in contatto con il primo per conoscere quello che è stato fatto e per avere altre informazioni che il paziente potrebbe non conoscere».

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ultimo aggiornamento: 23 Ottobre 2014 16:08


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