Non tutti i caffè sono uguali: i due tipi che incidono sul colesterolo

Il caffè resta una delle bevande più amate, ma alcuni metodi di preparazione possono incidere sui livelli di colesterolo.

Sul caffè circolano – da sempre – opinioni contrastanti. C’è chi lo considera un alleato prezioso per il cuore e chi, al contrario, lo ritiene un rischio per la salute. In realtà, la scienza invita alla cautela ma non alla rinuncia: il caffè è una delle bevande più studiate al mondo e, se consumato nel modo corretto, può offrire benefici importanti. Tuttavia, alcuni metodi di preparazione possono effettivamente incidere sul colesterolo, motivo per cui gli esperti raccomandano di prestare attenzione a come si prepara la bevanda nera ogni giorno.

Quando il caffè può alzare il colesterolo

Secondo quanto spiegato dal cardiologo José Abellán, il caffè – di per sé – non è un nemico della salute cardiovascolare.

Chi lo beve regolarmente, ha sottolineato, mostra spesso un rischio minore di sviluppare malattie cardiache rispetto a chi non ne consuma affatto. L’aumento della pressione e della frequenza cardiaca è, infatti, un effetto lieve e temporaneo.

crema caffè

Tuttavia, il medico ha precisato che non tutti i tipi di caffè sono uguali. Le versioni espresso e french press, ad esempio, possono contenere quantità maggiori di diterpeni, sostanze naturali che tendono ad aumentare il colesterolo LDL, noto come “cattivo“.

È per questo che gli esperti consigliano di optare per il caffè filtrato, che trattiene la maggior parte di questi composti, mantenendo inalterati gli antiossidanti benefici.

Come scegliere e consumare la bevanda nera in modo corretto

Aggiungere latte, ha osservato il cardiologo, può ridurre – in parte – l’assorbimento degli antiossidanti, ma l’effetto varia in base alle quantità.

La soluzione più equilibrata resta un caffè filtrato, preferibilmente amaro o con poco latte e senza zucchero aggiunto. Una buona alternativa può essere il decaffeinato: pur avendo un effetto leggermente meno benefico, conserva vitamine, minerali e polifenoli preziosi per l’organismo.

Per quanto riguarda le quantità, la dose considerata sicura si aggira attorno ai 450 milligrammi di caffeina al giorno, corrispondenti a circa quattro o cinque tazzine. In gravidanza, invece, è consigliabile non superare i 150-200 milligrammi, ovvero uno o due caffè su base giornaliera.