La dislessia non è un deficit cognitivo, ma un disturbo che si può precocemente diagnosticare e superare. Ne sono l’esempio Jennifer Aniston e molti artisti di grande fama.

“Pensavo di essere stupida, e invece ero solo dislessica”.

Parole di Jennifer Aniston, che ha rivelato a Hollywood Reporter di aver scoperto, intorno ai vent’anni, di soffrire dislessia.

“Ho dovuto indossare degli occhiali dotati di una lente blu e una lente rossa. Mi hanno fatto leggere qualcosa e poi mi hanno sottoposto a un quiz sul testo che avevo appena letto. Ho risposto a 3 domande su 10. Poi mi hanno messo un computer davanti agli occhi e mi hanno mostrato cosa fanno i miei occhi:  quanto leggo saltano quattro parole, poi tornano indietro di due.  Quando ho fatto questa grande scoperta mi sono spiegata in un colpo tutti i miei traumi ed i drammi infantili”.

Jennifer Aniston non è la sola Vip a soffrire di dislessia. Anche Keira Knightley, quando aveva 6 anni, ha scoperto di essere dislessica.

E come la Knightley e la Aniston, così pure Tom Cruise, Steven Spielberg, Anthony Hopkins, John Lennon, Muhammad Ali. Scavando nella storia, anche Leonardo Da Vinci, Pablo Picasso, Albert Einstein, Napoleone e Winston Churchill.

La dislessia non è il male “di oggi”. Ma che cos’è?

E’ un disturbo dell’apprendimento. Chi ne soffre non riesce a leggere velocemente e ad alta voce in modo corretto. Non si tratta di deficit intellettivi o sensoriali. Al contrario, il dislessico ha uno spirito artistico sopra la media.

Una ricerca italiana, pubblicata sul Journal of Neuroscience, ha evidenziato che due dislessici su 10 hanno un’alterazione del gene DCDC2. Scoperta che probabilmente crea le basi per una diagnosi precoce.

Gli scienziati hanno osservato una ventina di ragazzi dislessici divisi in due gruppi: uno con e uno senza alterazione del gene DCDC2. Hanno chiesto loro di individuare se le immagini con schemi lineari in bianco e nero si muovessero in senso orizzontale o verticale.

Il gruppo con difetto genetico era capace di identificare l’orientamento e la forma ma non il movimento delle linee. Si legge in una nota: “La nostra ricerca non solo rinforza l’idea che i dislessici non sono tutti uguali, ma soprattutto offre un metodo concreto per fare una diagnosi precoce. Il deficit percettivo che è stato riscontrato è una capacità che può essere misurata anche in età prescolare e quindi i bambini a rischio dislessia potrebbero essere già identificati prima di andare a scuola e prima di entrare in un tunnel di traversie caratteristiche della dislessia. A ciò può essere accoppiato un test genetico per individuare particolari delezioni”.

La dislessia, in tutto il mondo, riguarda circa il 15% dei ragazzi in età scolare.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 12 Giugno 2015 16:20


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