Un gruppo di detenute ha sfilato nel carcere femminile di Pozzuoli indossando abiti disegnati da Impero Couture.

L’ambientazione è particolare, così come le modelle. Non siamo in una tradizionale location da sfilata, in un atelier o in una piazza simbolo dell’arte italiana. È un carcere femminile quello dove sfilano ventiquattro giovani donne. Solo otto di loro sono modelle professioniste. Le altre sono detenute.

È il carcere di Pozzuoli, in provincia di Napoli, a far da cornice ad una sfilata del tutto particolare,  organizzata dalla commissione Pari Opportunità del Comune di Pozzuoli in collaborazione con l’assessorato alle Politiche Sociali. La cornice di fatto è la stessa di una serata milanese o parigina, tra incanti di luci e suoni, atmosfere da sogno, abiti favolosi e musica intrigante. La realtà, però, è che alle finestre ci sono le sbarre, che le modelle in passerella hanno un numero di riconoscimento.

D’alta moda anche gli abiti, disegnati dalla casa napoletana Impero Couture. Abiti dai colori vivaci e più sfumati, a tinte pastello, disegnati su stoffe di seta, indossati con disinvoltura da giovani donne, recluse e non. Il progetto, ovviamente, mira alla reintegrazione e al recupero sociale delle detenute e si conclude con un omaggio all’Italia, la passeggiata di una delle ospiti del penitenziario in un abito tricolore. Un modo per voler ribadire la voglia di tornare a far parte di un tessuto sociale che non può e non deve escludere nessuno. Anche attraverso la moda.

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