Dal 19 al 24 Febbraio Milano è stata la protagonista assoluta su scala mondiale ospitando la rinomata Fashion Week, incentrata sulla Moda femminile. Per una settimana la città si è velocemente trasformata ospitando decine di stilisti di fama internazionale, centinaia di super top model e migliaia di giornalisti.

Per chi vive in una grande città cosmopolita, come ormai è diventata Milano, sa che durante l’anno esiste un periodo in cui tutto cambia, tutto corre ancora più forte, le priorità vengono stravolte e capovolte. Si tratta della Fashion Week, appuntamento imperdibile per tutte le fashion addicted che popolano il nostro pianeta, occasione più unica che rara per le migliaia di modelle, o aspiranti tali, che in quei pochi giorni devono giocarsi tutto per poter fare quel salto di qualità, quell’upgrade nella loro carriera che, per ragioni estetiche e anagrafiche, non può tardare troppo ad arrivare, perché significherebbe la fine di un sogno.

La Fashion Week è una realtà che tutte le più grandi città del mondo conoscono, stimano e aspirano ad ospitare. Milano è da decenni una delle city di questa preziosa lista, accanto ad altre città favolose e dal nome altisonante, come New York, Parigi, Londra, Tokyo o Shanghai. Essere in prima fila nel magico mondo della moda durante la Fashion Week garantisce tutta una serie di vantaggi infiniti, in termini economici, e per l’Italia in questo momento storico rappresenta una fonte di introiti sicuri da coccolare e sfruttare.

Il nostro bel Paese della Dolce Vita è un simbolo per i cultori della moda, il Made in Italy nel settore tessile e dell’abbigliamento portato in giro in tutto il mondo dai migliori stilisti in circolazione è un orgoglio nazionale che nessuna crisi è in grado di portarci via e che negli anni si è in qualche modo sempre rafforzato, nonostante la minaccia sempre costante dei Paesi asiatici con la loro manodopera a basso costo e la capacità di copiare, ops, riprodurre tutto quello che riescono a vedere e fotografare.

Non è tutto oro ciò che luccica, però, direbbero i vecchi e saggi nonni che sanno sempre leggere ogni aspetto sotto una luce diversa. Milano durante la Fashion Week diventa una piccola miniera d’oro, come una star che sul tappeto rosso viene di continuo illuminata, ammirata e fotografata, mentre tutto intorno a lei sembra perdere importanza, vigore e bellezza. Il capoluogo lombardo la scorsa settimana si è letteralmente bloccato, i ritmi della vita quotidiana dei milanesi sono stati giorno dopo giorno alterati, le solite e sane abitudini, come andare a bere un caffè al bar prima di entrare in ufficio, sono diventati veri incubi da evitare come la peste, la frenesia per le strade, come in metrò, già tipica della città della Madonnina si è decisamente raddoppiata.

Durante la Fashion Week, per circa sette giorni, la città è diventata alquanto invivibile per i suoi abitanti e per i pochi turisti, probabilmente ignari dell’evento modaiolo in atto: le strade del centro sono state prese d’assalto, il traffico nella maggior parte delle vie è andato in tilt, i locali ed i negozi di alta moda hanno modificato il loro planning usuale per organizzare party ed eventi mondani dove però solo pochi eletti avevano l’onore ed il piacere di accedere.

Molti quartieri del centro, durante la Fashion Week, sono stati addobbati a festa, ogni ora di ogni “santo” giorno apparteneva ad un determinato stilista e le giornate venivano scandite in modo inesorabile dalle sfilate e dai cambi d’abito delle modelle. A proposito di modelle, se i milanesi sono già abituati a vedere tante belle ragazze, questo è nulla al confronto dell’invasione “barbarica” di stangone bionde o di appariscenti more che Milano “subisce” durante la Fashion Week.

Di sicuro gli uomini della città possono ringraziare e chissà come mai infatti quella settimana di Febbraio è forse l’unico periodo dell’anno in cui del complicato mondo fashion sembrano essere interessati per davvero. Purtroppo però almeno il 90% di queste modelle che affollano le sfilate e le strade di Milano sono spesso straniere, come se le italiane non andassero bene, a parte rare eccezioni, per un settore che, bisogna ammetterlo, più che alla pura bellezza spesso punta ad avere durante i défilé dei manichini viventi; così capita anche di incontrare in qualche via del centro delle sagome che a mala pena riescono a stare in piedi, ricordando più un grissino che una bella donna.

Da qualche giorno la Fashion Week è finita ed è stato, come ogni anno, un grande successo. Le strade sono tornate in totale possesso dei taxisti e automobilisti milanesi, le luci si sono spente, i tappeti delle sfilate sono stati ripiegati e le modelle, finito il tour de force italiano, sono già ripartite alla ricerca di un altro lavoro, di un’altra occasione, chissà in quale città del mondo. I bar al mattino sono tornati ad essere affollati dai lavoratori, i quotidiani cittadini hanno smesso di parlare di moda, o almeno non solo di quella, e i pochi che grazie alla Fashion Week avevano trovato una temporanea e redditizia occupazione, come steward o autisti personali, possono fare i conti dei soldi racimolati.

Milano si è risvegliata da un bel sogno, forse un po’ frenetico ma sempre coinvolgente, un’altra piccola prova prima dell’Expo 2015, l’evento mondiale in cui la città davvero diventerà solista e protagonista assoluta, e non solo per una settimana.

Claudia Elena Rossi.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 16 Febbraio 2022 8:54


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