La sfilata senza veli di Micaela Schaefer apre la nuova edizione del festival di Berlino che vede protagonista il cinema tedesco e greco.

Come ogni anno la modella Micaela Schaefer apre non ufficialmente il Festival del Cinema di Berlino passeggiando e facendosi fotografare senza veli per le strade della sua città.  La bella trentenne, apparsa più volte nelle copertine di Playboy, Hfm e Maxim, incurante del freddo ha sfilato all’aperto indossando solamente due piccole strisce di pellicola a coprire le parti intime.

L’apertura ufficiale della manifestazione avviene invece oggi all’interno delle sale, con la proiezione di “The Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson. Tra i venti film in gara di questa 64° edizione, la Germania è la più rappresentata con quattro film, ma grande attenzione è riservata alla Grecia presente in tutte le sezioni del concorso. Molti lavori provengono dall’est, dal Caucaso e dai Balcani mentre solamente due le pellicole italiane: il documentario “Felice chi è diverso” di Gianni Amelio e “In grazia di Dio” di Edoardo Winspeare enrambi inseriti nella categoria Panorama.

Tra i film si segnalano  “Macondo”, produzione austriaca che segna il debutto della regista tedesca di famiglia iraniana Sudabeh Mortezai girato in Cecenia che racconta dell’undicenne Ramadan alle prese con la vita da rifugiata, e “Stratos – To Mikro Psari” del greco-cipriota Yannis Economides, che è la storia di un sicario che vuole salvare l’uomo che l’aveva salvato.

Nella sezione Forum dedicata alle nuove tendenze troviamo il film turco “Kumun tadı – Seaburners” di Melisa Önel che narra la vicenda di   un traffico di immigrati clandestini tra un villaggio di confine e Istanbul, nascosto dietro il trasporto di carbone di legna.

Presenti anche il georgiano “Shemtkhveviti paemnebi – Blind Dates” di Levan Koguashvili  su un insegnante quarantenne con problemi con le donne e il greco “Sto spiti – At Home” di Athanasios Karanikolas.

Interessante il film kazako “Nagima” di Zhanna Issabayeva e l’uzbeko “Chilla – 40 Days of Silence” di Saodat Ismailova, che racconta di donne di diverse generazioni che affrontano i problemi esistenziali della loro età.

Nella sezione parallela, Panorama, trovimao l’opera seconda del greco Yorgos Servetas “Na kathese ke na kitas – Standing Aside, Watching”  Protagonista è Marina, che durante la crisi ritorna da Atene al paese natale nelle campagne e trova impiego come insegnante elementare. Si lega a un uomo più giovane che però la tratta male.  Il film turco “Kuzu The Lamb” di Kutluğ Ataman è ambientato in un villaggio dell’Anatolia orientale, dove una giovane donna è alle prese con la necessità di trovare un agnello da arrostire per la festa per la circoncisione del figlio di cinque anni.

Presenti inoltre il georgiano-francese “Patardzlebi – Brides”, opera prima di Tinatin Kajrishvili e il turco-austriaco “Risse im Beton – Cracks in Concrete” di Umut Dağ. Il festival si concluderà il 16 febbraio.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 3 Febbraio 2022 9:06


Philip Roth: Non desidero più scrivere Romanzi

Moda e Ambiente Uniti nel Progetto di Carmina Campus