Il grande attore Matt Dillon è stanco di un cinema più interessato alle cose che alle persone. Sarà un agente in una serie thriller diretta da Shyalaman.

Tra le stelle in  parata nel piccolo red carpet del Taormina Film Festival, tocca ad un eterno ragazzo del cinema: Matt Dillon. Uno che ha girato praticamente di tutto, interpretando tutti i ruoli possibili: il buono, il cattivo, l’innamorato, l’imbranato.

Nel colloquio con il pubblico Matt Dillon afferma:

“In un film quel che conta è avere un buon personaggio, non è necessario che sia simpatico, non deve per forza piacere al pubblico, deve avere una sua storia, devi restituirne l’intimità”.

“Ho deciso di fare questo mestiere non per stare sotto ai riflettori, ma per girare lo specchio verso il pubblico e riflettere la verità della vita. Anche quando ho lavorato come regista, l’ho fatto sempre in questa chiave, con l’intenzione che lo spettatore vedesse se stesso e si potesse riconoscere almeno in parte. Ho iniziato nel 1983 – prosegue Matt Dillon – Per tutti quelli che hanno cominciato con me, Francis  Ford Coppola era una divinità. Noi giovani eravamo in costante venerazione, e in soggezione. Era un sogno lavorare con lui”.

Trent’anni dopo  il cinema è cambiato molto:

“Come il mondo del resto. Oggi nessuno porta più l’orologio perché tutti guardano l’ora sul telefonino. La tecnologia ha avuto gran parte in questo cambiamento. Paul Newman aveva capito tutto già un sacco di anni fa. Oggi il cinema fa più attenzione alle cose che alle persone. Per fortuna resiste il grande cinema d’autore, che mette al centro gli esseri umani e le loro storie. Penso anche al vostro Paolo Sorrentino”.

Quanto alle serie tv, che sempre più stanno accompagnando – quando non lo sostituiscono – il cinema, l’opinione di Matt Dillon è molto chiara:

“Ne penso tutto il bene possibile, anche io ne ho girata una. Oggi il cinema propone molti prodotti interessanti ma vince l’intrattenimento. La televisione è più stimolante, ho appena finito di girare una miniserie per la Fox, si intitola Wayward Pines, a metà strada fra Lost e Twin Peaks. Interpreto un agente incaricato di indagare sulla scomparsa di due federali in un luogo idilliaco in cui tutto sembra funzionare alla perfezione. Ma dopo un incidente non ho più i miei documenti né la mia identità, nessuno mi riconosce e non riesco a comunicare con il resto del mondo. Un dramma psicologico dretto da Shyamalan”.

E il Matt Dillon regista?

“Presto girerò un documentario  sulla storia di un grande cantante cubano degli anni 40 e della musica afrocubana. Ho cominciato a lavorarci dieci anni fa, sono stato a fare delle ricerche in Messico, poi ho lasciato stare. È il bello dei documentari, puoi tornarci anche a distanza di anni e il lavoro è lì, che ti aspetta”.

DONNAGLAMOUR ULTIM'ORA

ultimo aggiornamento: 8 Marzo 2022 11:35


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